La pelle resiste nel tempo e alle stratificazioni della storia. Lo dimostrano ritrovamenti degli scavi di Finale Emilia. In tre antichi butti, fosse domestiche per i rifiuti, gli archeologi hanno trovato anche scarpe e vestiti, in massima parte di epoca rinascimentale. Una scoperta possibile grazie ai lavori di demolizione e ricostruzione di un vecchio bar nel centro della cittadina, necessari a seguito del sisma di dieci anni fa.
Gli scavi di Finale Emilia
Fra i reperti tornati alla luce ci sono i resti ben conservati di calzature di cuoio. Una risale al ‘400, l’altra al ‘500. Spicca anche un frammento di giustacuore, una giubba di pelle da uomo lunga fino al ginocchio, utilizzata tra il 1600 e il 1700. Reperti che attualmente sono a Roma, in restauro presso un istituto specializzato. Secondo l’archeologo Francesco Benassi, come riportato dal Resto del Carlino, una delle buche poteva essere un macero, probabilmente in uso per la concia del cuoio. E poi in seguito riutilizzata come fossa domestica. L’edificio demolito si trovava nella parte meridionale dell’antico castrum, a ridosso delle mura di Finale Emilia. Nelle altre buche emerse sotto il piano stradale a partire da una profondità di un metro e 70 centimetri, anche conchiglie di molluschi, resti di un’alimentazione di una famiglia probabilmente agiata, insieme a porcellane e piatti. Non mancano anche vinaccioli e semi alimentari. (aa)
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