Delle debolezze e dei punti di forza del giornalismo di moda

Delle debolezze e dei punti di forza del giornalismo di moda

Il nostro mensile n. 9 – 2023 si intitola Comunicazione. Perché parte dal 130esimo anniversario della nostra testata, il cui primo numero risale al 5 agosto 1893, per allargare lo sguardo alle dinamiche dello story telling del fashion system. Non poteva mancare, in questa cornice, un focus sulle condizioni generali del giornalismo di moda. Con Luca Sofri, direttore de il Post e curatore del blog Wittgenstein, nell’articolo “Se le Redazioni non sono Autonome” affrontiamo il nodo del modo maldestro e squilibrato con cui la stampa generalista affronta le questioni di attualità glamour. In “La Forza della Nicchia” parliamo di converso con Francesco Saverio Vetere, docente di Storia dell’Editoria Periodica presso La Sapienza di Roma e segretario generale dell’Unione Stampa Periodica Italiana, dello stato di salute della editoria di settore.

 

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Come sta il giornalismo di moda

Quello che emerge è uno scenario agrodolce, dicevamo. Perché da un lato, spiega Sofri (in foto ImagoEconomica), la stampa generalista si trova ad affrontare la moda sapendo che i brand di cui scrive sono gli stessi cui vende inserzioni pubblicitarie. I brand sono al contempo, quindi, oggetto di interesse giornalistico e fonte di ricavi. La condizione impone alle redazioni una certa prudenza. Dall’altro, ci conforta Vetere, la stampa di settore trova proprio nella sua posizione “di nicchia” la solidità per affrontare le trasformazioni del mercato editoriale con maggiore calma.

Clicca qui per leggere le interviste a Sofri e Vetere

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