I materiali vegani non sono gli eredi della pelle, eddai

I materiali vegani non sono gli eredi della pelle, eddai

Vale la pena ripeterlo: i materiali vegani non sono gli eredi della pelle. E neanche una sua evoluzione. Spiace che questa volta ci sia bisogno di ripeterlo a Les Echos, testata francese che di filiera della moda ne dovrebbe capire (dal momento che dal 1999 fa parte del gruppo LVMH). Che in un articolo di storia della moda rischia (a esser buoni) di creare confusione tra i lettori.

Gli eredi della pelle? Macché

Insomma, Les Echos si dedica a una ricostruzione del ruolo della pelle nell’immaginario novecentesco. L’abbigliamento in derma animale è stato (a seconda degli interpreti e delle declinazioni) quello dei ribelli, degli eroi, dei sex symbol. La pelle si è prestata a grandi sperimentazioni da parte degli stilisti più innovativi. Tutto vero. A stonare nell’analisi del quotidiano francese sono le conclusioni: “Il nuovo cuoio in versione responsabile”. Il “nuovo cuoio”, per capirsi, sarebbe quello “a base di funghi, foglie di ananas o cactus”. Secondo l’articolo, che si correda di immagini di una famosa maison vegana, l’obiettivo della moda è ora portare il retaggio culturale della pelle in una nuova dimensione animal-free, che per una inesplicata connessione logica sarebbe anche ecofriendly.

 

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E no

E no, cari amici di Les Echos, non è così. I materiali alternativi sono solo delle imitazioni a base prevalentemente plastica, sulla cui presunta maggiore sostenibilità gli studi scientifici sollevano più di una obiezione. Solo la pelle è erede della pelle: nessun altro può rivendicarne il retaggio storico e culturale. W solo le concerie hanno il compito (ci stanno investendo) di scrivere il nuovo capitolo della storia del materiale.

 

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