Il CEO di Bottega Veneta sulla cultura italiana della moda. Non solo sostenibilità ambientale, economica e sociale, ma capacità di fare sistema per costruire una narrazione efficace. È questo il punto di partenza di Bartolomeo Rongone, in Bottega Veneta dal 2019, che vuole affiancare alla maestria artigianale un’idea di lusso che richiede tempo. E ad Adolfo Urso, titolare del MIMIT, propone: “Mettiamoci insieme, istituzione e aziende, e istituiamo un museo della moda”.
Il sistema culturale
Il panel “DDL sul Made in Italy: Disposizioni organiche per la valorizzazione, promozione e tutela del Made in Italy si è tenuto nella cornice del Sustainability Phygital Expo (in foto). È stata occasione per discutere della tutela del patrimonio e di sostenibilità. Presenti i maggiori players dell’industria della moda, da James Ferragamo a Fedele Usai di Dolce & Gabbana, fino a Bartolomeo Rongone di Bottega Veneta.
Il CEO di Bottega Veneta
Proprio Rongone, alla presenza di Urso, ha sottolineato la necessità di creare sistema e di un museo della moda. “Non esiste eccellenza senza sostenibilità, ambientale, persone, tutela economica. Dal 1966 i prodotti di Bottega Veneta vengono realizzati per durare a lungo e per essere tramandati. In azienda seguiamo la cultura del valore e non del volume. Ci impegniamo a preservare la maestria artigianale affiancata a un design esclusivo e atemporale che superi le stagioni. Non solo saper fare ma saper sognare. Fondere il prodotto finale con la vita di chi quel prodotto lo ha realizzato. Questo distingue il made in Italy dal resto del mondo.
L’essenza dell’artigianalità
“Per noi l’artigianalità è l’essenza, il principio di ogni cosa che facciamo che si affianca alla giusta retribuzione dei nostri dipendenti – sono le parole di Rongone –. I nostri capi sono generati da attori accumunati dalla stessa idea di lusso. Che si lega a un prezzo che genera un ritorno su tutta la filiera. Secondo noi l’azienda deve creare benessere, ed è proprio per questo che ci sentiamo parte di un sistema che cresce con noi e non per noi”.
“Ministro, creiamo un museo”
“La nostra ideologia no logo segue quella del tempo di lavorazione che dipende dalle mani di un artigiano. La forma più elevata di lusso richiede tempo. Noi di Bottega Veneta, per esempio, abbiamo lanciato l’iniziativa Bottega for Bottegas, offrendo ogni anno la nostra visibilità per promuovere le piccole botteghe artigiane. Lavorare sulla formazione, salvaguardando il bagaglio storico locale”. Poi il CEO ha lanciato la palla al Ministro Urso: “I tempi sono maturi per un passo avanti. Mi piacerebbe che gli attori chiave del sistema moda facessero un passo avanti per costruire un museo della moda, patrimonio unico, luogo di rigenerazione culturale di cui il nostro paese ha bisogno e per costruire una narrazione”. (dc)
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