Il colbacco, il suo antenato in pelliccia e l’identità russa

Il colbacco, il suo antenato in pelliccia e l'identità russa

Colbacco, matriosca e balalaika. Sono i tre oggetti che definiscono l’identità russa, in tutte le sue stagioni: zarista, sovietica, contemporanea. Oggetti che hanno alle loro spalle una lunga storia. Il colbacco, in particolare, con il sui antenato molto nobile. Che veniva realizzato sempre e comunque sfruttando la calda pelliccia di origine animale.

Il suo antenato

In origine fu il “treukh“, un copricapo rotondo con tre lembi di pelliccia che coprivano orecchie, nuca e fronte. Ne parlano documenti risalenti già al XVII ma, come riporta rbth.com, non sarebbe il primo antenato del colbacco. Secondo gli esperti, infatti, le origini dell'”ushanka” (da non confondere con il “papakha” che non ha i copri orecchie) risiederebbero nell’Asia centrale, dove gli antichi popoli delle steppe lottavano contro il gelo e la neve sfruttando le pellicce degli animali cacciati. I russi li avrebbero notati durante l’invasione mongola oppure li avrebbero scoperti grazie agli scambi commerciali.

L’esordio militare

Nel corso del tempo i copricapi simili, spesso realizzati in pelle all’esterno ma con imbottitura in pelliccia, hanno conosciuto numerose varianti. La prima volta, però, che un copricapo con paraorecchie venne ufficialmente definito “ushanka” risale alla prima metà del 1900, durante la guerra civile, quando comparvero sulle teste dei soldati dell’Armata Bianca. Successivamente il cappello fece ingresso nella divisa dell’esercito russo e per lungo tempo gli artigiani li realizzavano utilizzando solo ed esclusivamente la pelliccia di pecora. Ma lo stesso materiale veniva usato anche dai civili. Da allora il colbacco ha fatto parecchia strada, salendo sulle passerelle di tutto il mondo e diventando un oggetto di culto anche tra i fashion addicted. (art)

Foto da Shutterstock

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