Roma è una città bellissima e magica. Ma è anche teatro di molti misteri. Uno di questi è legato a centinaia di calzature in pelle. È il mistero romano del cosiddetto “cimitero delle scarpe“. Una grande fossa piena di paia di diversi modelli e taglie rinvenuta alcuni anni fa nel sottosuolo della Capitale. Una storia raccontata da Claudio Colaiacomo nel suo libro “Roma perduta e dimenticata” (Newton Compton Editori, 2017). Ma anche da Fabrizio Falconi nel volume “Misteri e Segreti dei Rioni e dei Quartieri di Roma” (Newton Compton Editori, 2013).
La scoperta
Durante l’estate 2013 un gruppo di operai iniziò uno scavo per il cantiere Italgas a Piazzale Ostiense. A due metri di profondità gli operai si imbatterono in un rinvenimento insolito. Una grande fossa stracolma di scarpe in cuoio. Decine e decine di calzature diverse tra cui stivaletti, sandali e anche scarpe da bambino.
L’ipotesi
Secondo gli archeologi si trattava di scarpe risalenti alla prima metà del Novecento. L’ipotesi è che potrebbe essere una fossa comune, esito di qualche azione violenta. La fossa, infatti, risale agli anni della Prima Guerra Mondiale e la zona è vicina a punti che furono scenario di vicende belliche. Per esempio, la deportazione dal ghetto, l’eccidio delle Fosse ardeatine, i bombardamenti su San Lorenzo e gli scontri per la liberazione della città. Tuttavia, ulteriori scavi non hanno permesso di rinvenire reparti umani.
L’alternativa
Analisi più accurate hanno permesso di valutare la buona foggia delle scarpe. Ma anche che la fossa era stata ricoperta dal terriccio proveniente da un’altra area, quindi nascoste di proposito con l’obiettivo di non farle ritrovare. Non si può, dunque, escludere che si tratti delle scarpe di un gruppo di persone che decise di occultarle per non farsele sottrarre in un momento particolare. Magari proprio durante gli anni del secondo conflitto mondiale.
Immagine a sinistra tratta da fabriziofalconi.blogspot.com
Leggi anche: