È un giorno importante per la conceria italiana, ma più in generale per la storia della filiera italiana della pelle e della più profonda matrice artigianale. È il giorno in cui apre le porte al pubblico, dopo un’attività di restauro durata anni, l’antica conceria di Pompei. Oggi (UNIC – Concerie Italiane e Lineapelle, che di questo progetto di recupero e salvaguardia sono stati gli artefici, tagliano il nastro del più grande impianto artigianale per la lavorazione delle pelli rinvenuto negli scavi della città sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
Essere aggregatori di interessi sociali
“Crediamo che le aziende – dice il presidente di Lineapelle, Gianni Russo (Russo di Casandrino) – possano essere aggregatrici di interessi sociali, di stimolo nei territori di riferimento”. Gli fa eco Fabrizio Nuti (Gruppo Nuti Ivo), presidente UNIC. “L’industria è espressione del bagaglio culturale di un Paese. La conceria lo è di certo per l’Italia, con il suo ruolo di leadership del relativo comparto riconosciuto a livello internazionale. Il restauro di Pompei esprime una sintesi virtuosa del dialogo tra mondo dell’impresa e della cultura con potenziali ricadute benefiche sull’intera collettività”. Un dialogo che, come sottolinea Fulvia Bacchi, general manager di UNIC, “ha un valore profondo sotto molteplici profili e ci ha visto collaborare con impegno con il Parco Archeologico di Pompei. È un omaggio alla storia che attraverso la valorizzazione delle radici della nostra attività ci consente di creare un ponte tra antiche tradizioni e futuro. Crediamo molto in questa operazione di restauro”.
UNIC apre al pubblico la conceria di Pompei
La conclusione del restauro del complesso conciario rinvenuto a fine ‘800 nella Regio I degli scavi (Insula 5) della città campana porta con sé una novità. In altre parole, il suo inserimento in una nuova “proposta di visita ideata dal Parco Archeologico di Pompei – si legge in una nota -. Si tratta di un itinerario tra alcune botteghe artigiane che, dal 30 giugno fino al 1° agosto, consentirà di visitare alcuni impianti dedicati ad attività di diverso genere. Oltre alla conceria: la Fullonica (l’antica lavanderia) e il Panificio di Popidio Prisco. Oppure la Bottega del Garum, dove si produceva il prezioso condimento a base di colatura di pesce”.
Il restauro è compiuto
La visita all’antica conceria di Pompei “è supportata da un allestimento espositivo e didattico che illustra come si svolgeva in antico il processo di lavorazione delle pelli“. Inoltre, espone “anche strumenti originali per la concia, secondo il modello del museo diffuso”. Una scelta “già sperimentata con successo a Pompei, che prevede anche la presenza di a un modellino tattile in 3d per ipovedenti con legenda in braille”.
Un virtuoso esempio di collaborazione tra pubblico e privato
“Viene restituito alla fruizione un altro importante luogo degli scavi. Siamo sicuri sarà apprezzato dai tanti visitatori che in questi ultimi mesi hanno scelto Pompei come meta dei loro viaggi – dichiara il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel -. La proposta di inserirlo in un itinerario di impianti artigianali è finalizzata a raccontare anche gli aspetti di una città produttiva e commerciale. Non solo la Pompei delle Domus con magnifici affreschi. La sponsorizzazione di UNIC e Lineapelle rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato. Grazie a queste collaborazioni si innescano nuove importanti sinergie, che sono in grado di dare vita a nuovi processi culturali”.
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