Una distesa di scarpe in cuoio con tanto di lacci. È quanto ha rinvenuto una squadra di archeologi al lavoro nei pressi di Christchurch, una cittadina sulla costa orientale dell’isola del Sud della Nuova Zelanda. I reperti risalgono alla metà del XIX secolo, vale a dire ai tempo della fondazione della città. Ciò che gli archeologi hanno riportato alla luce ha del sorprendente, non tanto per l’antichità dei manufatti, che comprendono anche altri oggetti di uso comune oltre alle calzature, ma per la loro quantità. Solo le scarpe hanno riempito due contenitori termici ciascuno delle dimensioni di un frigorifero.
Cosa ci raccontano le scarpe in cuoio
“Archeologia su scala industriale”. Così Clara Watson, archeologa dell’Università di Canterbury, definisce su stuff.co.nz lo scavo di Christchurch. Davanti ai suoi occhi e a quelli dei suoi colleghi sono comparsi, lentamente, centinaia di oggetti risalenti al 1850. Tra i più stupefacenti, insieme a una pipa in argilla e bottiglie di gin, ci sono centinaia di calzature in cuoio complete di lacci. Le scarpe sono così tante da aver richiesto l’utilizzo di due contenitori termici ciascuno delle dimensioni di un frigorifero. Con gli altri reperti, hanno invece riempito 55 scatole in cartone.
Quantità e qualità
“In termini di quantità rispetto a ciò che troviamo solitamente, qui ci sono molto oggetti” aggiunge la studiosa. “Stiamo parlando di un sito unico, ed è interessante come questi reperti dei primi anni Cinquanta dell’Ottocento abbiano raggiunto i giorni nostri, in buono stato, senza che gli edifici nati dopo li abbiano intaccati”, aggiunge Hayden Cawte, amministratore delegato della società di consulenza Underground Overground Archaeology. Alcune delle calzature presentano motivi decorativi in pelle e hanno ancora i lacci infilati negli occhielli, fornendo uno spaccato dei metodi di produzione della Christchurch del 1850. Più facilmente, dicono gli esperti, i rinvenimenti riguardano suole in cuoio. In questo caso, invece, parliamo di calzature complete di tomaie. (art)
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