Si vede che siamo sotto elezioni, in Italia. Perché ai vertici della moda nostrana non manca la voglia di buttarla in politica. Ma anche all’estero, malgrado la cronaca recente metta in guardia dai rischi della pratica, le filiere industriali sono pronte a chiamare in causa la classe dirigente per tutelare i propri interessi.
Consigli di lettura:
- Non ha avuto alcun timore di buttarla in politica Pierpaolo Piccioli. Il direttore creativo di Valentino, anzi, si dedica al tema in un’intervista a la Repubblica: “Io, stilista di sinistra ai giovani dico: votate per difendere i diritti”;
- Ma mica solo Piccioli: da Chiara Ferragni a Donatella Versace, gli appelli si sprecano, la Stampa li mette in ordine;
- Le relazioni tra moda e politica sono di vario tipo, of course. I grandi nomi dello stile combattono sul piano dei valori, come ci ricorda la rassegna stampa della settimana. La manifattura, invece, su quello delle pratiche industriali. Dalla Nigeria arriva una notizia in questo senso interessante. La concia locale soffre la concorrenza sulla materia prima del “ponmo”, pietanza il cui ingrediente principale è il derma bovino. E allora NILEST, l’istituto di riferimento dell’industria della pelle, che fa? Chiede al governo di mettere fuori legge il ponmo: “Non porta benefici nutrizionali a chi lo consuma: un alimento sopravvalutato sciupa una risorsa industriale”.
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