Investimenti che vanno, vengono, a volte tolgono

Investimenti che vanno, vengono, a volte tolgono

C’è chi ha atteggiamenti costruttivi e lungimiranti: come i gruppi francesi che si radicano nei Paesi del Far East. C’è chi con la leva della finanza investiga i nuovi fronti della sostenibilità. Ma ci sono anche investimenti, normativi o economici, che a volte tolgono soldi o opportunità. Come ci insegna la rassegna stampa della settimana, in buona o cattiva fede, fino all’aperta truffa.

Consigli di lettura:

  • Gucci si è impegnata in un piano triennale di restauro e conservazione di Palazzo Gyeongbokgung, sito monumentale di Seoul che il primo novembre avrebbe dovuto ospitare la presentazione di Gucci Cosmogonie (evento annullato per i luttuosi fatti di Halloween). È un investimento diverso rispetto a quello fatto di recente da LVMH, che ha varato la divisione nipponica di Métiers d’Art, ma salta all’occhio l’interesse dei grandi gruppi per i Paesi dell’Estremo Oriente;
  • A proposito dei grandi gruppi, bisogna segnalare anche che L Catterton (fondo collegato a LVMH) ha varato un fondo per investire nelle startup sostenibili, quelle cioè che innovano nella green economy;
  • Come dicevamo, ci sono investimenti che a volte tolgono opportunità. È il caso del processo di normazione della Comunità Europea a proposito dell’import di prodotti dalle aree deforestate. L’impianto dell’iniziativa, ve lo abbiamo raccontato nelle nostre cronache, non piace alla concia italiana ed europea perché rischia di pregiudicare (a vantaggio dei competitor extra-UE) il mercato della materia prima. Ora si apprende che non piace neanche ai produttori indonesiani di olio di palma: “Il regolamento impedirà lo sviluppo sostenibile, mentre impoverirà le comunità locali”;
  • Nel caso della comunità UE si può parlare di eterogenesi dei fini (dalle buone intenzioni ambientali derivano probabili disastri economici). Era invece una vera e propria truffa quella architettata da Michael Malekzadek, commerciante statunitense ribattezzato “il Madoff delle sneaker”. L’uomo si era inserito nel prolifico mercato del resale, dove le persone si fiondano per comprare Air Jordan rare con la cupidigia di chi acquista oro nei momenti di crisi. Peccato che, come racconta il Fatto Quotidiano, il nostro Madoff abbia spillato 300 milioni di dollari a ignari clienti con uno schema Ponzi di sneaker inesistenti.

 

 

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