“La pelle vale più di questa carolina”, titola il fotoreportage da Marrakech edito sul numero di novembre del mensile La Conceria. Vale dipiù, certo, soprattutto se si tiene conto che la suddetta cartolina fa molto male alla reputazione non solo alla filiera locale, ma a quella internazionale.
La cartolina che fa male alla pelle
Già, perché dalla visita alle cosiddette concerie berbere (immancabile in qualsiasi tour del Paese nordafricano) il turista torna frastornato. Ok, difficilmente resta insensibile al fascino dello shopping secondo le ritualità del suq marocchino. Ma poi, tornata a casa, più delle botteghe artigiane ricorderà il mazzolino di menta che gli hanno dato per proteggersi dal tanfo delle vasche di feci di piccione. Le esperienze marocchine, insomma “confermano il luogo comune della concia quale lavoro povero, degradato, faticoso e, per di più, maleodorante”. Ne abbiamo bisogno?
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