Nel centro di Città del Messico esiste da 135 anni Migliano, la pelletteria dei revolucionarios. È un monumento storico e la storia di questa piccola attività è stretta a triplo filo a quella del Messico, perché le sue vicende si sono incrociate a quelle di personaggi di primo piano, da Pancho Villa a Trotzki, passando per María Félix.
La pelletteria dei revolucionarios
Ad iniziare il commercio di pelli fu Juan Migliano, immigrato dall’Italia, che nel 1870 a Iztapalapa possedeva un allevamento. Nel 1889 fondò la conceria e pellicceria di Migliano. La sua hacienda fu danneggiata durante la rivoluzione messicana. Le forze di Pancho Villa la saccheggiarono e ordinarono a Don Juan di sparare tre volte dalle fila del plotone di esecuzione. Due volte per aver venduto le selle ai suoi avversari e la terza volta per aver rifiutato di cedere un cavallo. Le esecuzioni furono sospese grazie ai buoni uffici della massoneria francese per Migliano. Ma il segno della pelle nella storia messicana della conceria Migliano è molto netto. Nel 1940 uomini armati fecero irruzione nella casa del politico Leon Trotzki con l’intenzione di assassinarlo. Durante la fuga, uno dei criminali perse una valigetta, realizzata con pelle di Migliano: e questa portò all’identificazione del pittore David Alfaro Siqueiros.
La storia recente
In anni più recenti nel negozio, che oggi è gestito dai fratelli Juan Antonio, Eugenio e Alberto Migliano Maure, appariva spesso la diva del cinema messicano María Félix. Da Migliano, ancora oggi, dopo più di 135 anni, è possibile comprare articoli in pelle ma anche mobili e ornamenti di ogni tipo, realizzati in pelle che arriva dal recupero degli scarti dell’industria della carne. Entrando nella bottega, che sulla facciata ancora riporta la dicitura originaria della conceria, Juan Migliano y Compañía, si fa un tuffo direttamente negli anni ’20. Intenso è l’odore del cuoio, utilizzato per realizzare piccoli e grandi oggetti di valore. E sul grande bancone di legno sventolano anche le pellicce.
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