Giudicare dalla copertina. È l’invito degli allestitori delle due mostre che si terranno in questi mesi a Bologna e Chicago. Due città così lontane, ora unite da un filo rosso: l’arte della rilegatura in pelle. L’esposizione bolognese conduce alla scoperta delle copertine dei libri tra Medioevo ed Età Moderna. A Chicago la pelle è sotto i riflettori soprattutto per l’idea unica di rilegare una copia di Frankenstein assemblando più ritagli.
L’arte della rilegatura in pelle
Dal 28 marzo al 26 giugno la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna ospita “A fior di pelle“, mostra di legature di pregio che vennero realizzate in Italia tra il XV e il XVI secolo. Nata per proteggere e conservare il blocco cucito di carte, membranacee prima e cartacee poi, la legatura rende il libro unico e irripetibile. Frutto del paziente e faticoso lavoro del legatore, introduce nell’atmosfera di un’epoca o nella vita di un personaggio. È, inoltre, un prodotto artistico, simbolo di appartenenza sociale. Spesso queste legature venivano realizzate con pelle, quasi sempre di coniglio, ma potevano essere utilizzati anche ritagli di cuoio.
Una rilegatura mostruosa
Fino al 29 aprile la Biblioteca dell’Università di Chicago ospita una mostra di libri rilegati con pelle e cuoio, metalli preziosi, ma anche manoscritti su pergamena o decorati con illustrazioni dettagliate. L’esposizione s’intitola “A Book by its Cover: Decorative Book Bindings from the Medieval Codex to Contemporary Artists’ Books”. E racconta così l’evoluzione delle copertine insieme all’arte legata ad esse, ma anche come le rilegature siano parte integrante del testo. Un esempio su tutti è dato dalla straordinaria copertina che Karen Hanmer realizzò nel 2018 per l’edizione di Frankestein, di Mary Shelly, edito da Centipede Press. La copertina nasce dall’assemblaggio di diversi tipi di pelle di vitello, cervo e capra cuciti insieme. Esattamente come il Prometeo moderno. (art)
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