Su un’area destinata ad ospitare un impianto per la produzione di energia solare a Tarquinia, in provincia di Viterbo, il gruppo di archeologi della società Eos Arc guidati da Emanuele Giannini ha ritrovato una necropoli romana contenente 67 scheletri. Questi erano sepolti in 57 tombe riccamente decorate e in ottimo stato di conservazione. Accanto a collane e orecchini d’oro i ricercatori hanno rinvenuto anelli d’argento con ambra e iniziali incise, pietre preziose, vasellame in terracotta, monete, vetri lucenti, amuleti e persino capi di abbigliamento insieme a calzature in cuoio di alta qualità.
Vestigia dell’alta società
“Abbiamo trovato diversi scheletri che indossavano ancora le loro costose calze e scarpe – ha dichiarato Giannini a CNN –. La presenza di queste ricchezze, e il fatto che le ossa non mostrano alcun segno di stress o lavoro fisico, lasciano intendere abbastanza chiaramente che non si trattasse di agricoltori locali. Si trattava di persone di alto rango appartenenti alle famiglie romane”.
Il valore della scoperta
Le tombe della necropoli di Tarquinia sono poco profonde e costruite come se fossero vere abitazioni. Erano forse stazioni di posta, perché utilizzate anche come punto di sosta durante i viaggi da Roma verso nord. I grossi blocchi di calcare che si trovano nell’area hanno consentito di preservare le tombe, poiché nei secoli è stato impossibile attuare qualsiasi tecnica di coltivazione. I lavori di scavo continueranno per una corretta datazione dei ritrovamenti, insieme al progetto dell’impianto solare. La sovrintendente ai beni artistici delle province di Viterbo ed Etruria Meridionale per il MiC Margherita Eichberg ha dichiarato che l’obiettivo resta quello di collaborare con archeologi e storici. Ciò nell’ottica di riqualificare l’area a Tarquinia dove la necropoli è stata rinvenuta, per incentivare la produzione e l’uso di energia pulita. (aa)
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