Ci voleva Nero d’Inferno (Mondadori) di Matteo Cavezzali per ricordare che se l’espressione Boda’s Bomb è sinonimo di autobomba lo si deve (drammaticamente) a un calzolaio, anarchico e, per di più, italiano. Perché Mario Buda, autore del primo attentato a Wall Street, è nato (1884) e morto (1963) a Savignano sul Rubicone, in Romagna.
Il romanzo
A raccontare la vicenda dell’anarchico calzolaio è Matteo Cavezzali, dicevamo, in “Nero d’Inferno”. Mike Boda, come si faceva chiamare negli States, il 16 settembre 1920 fece esplodere un’autobomba a Wall Street: il bilancio parla di 33 vittime. Tra le conseguenze ci fu anche la prima chiusura della Borsa americana. Buda non è mai stato condannato, anche a causa delle farraginose indagini dell’FBI.
Immedesimazione
Cavezzali racconta che, per immergersi nel personaggio, ha trascorso un periodo di apprendistato da un calzolaio artigiano. Voleva conoscere da vicino il mestiere. Non solo. Recatosi a Savignano sul Rubicone per intervistare alcuni anziani che hanno conosciuto Buda, è venuto a conoscenza di un aneddoto: “Realizzava scarpe in pelle, su misura, secondo forme e modelli richiesti dai clienti, cui poneva una sola condizione”. Quale? “Il colore della scarpa lo sceglieva lui. Ed era sempre il nero – conclude Cavezzali –. Guarda caso, quello degli anarchici”. (ff)
A sinistra, lo scenario di Wall Street dopo l’esplosione (da Wikipedia); il ritratto dell’autore e la copertina dal sito Mondadori
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