Un viaggio nel tempo dal divano di casa. È quello che permette di compiere il British Museum che ha messo online il database che racchiude tutto il suo archivio espositivo. Due milioni di immagini per vedere da vicino la Stele di Rosetta, le sculture dell’Isola di Pasqua e tanti, anzi tantissimi manufatti in pelle.
Un viaggio nel tempo dal divano di casa
Essendo chiuso causa Covid-19, il British Museum ha deciso di aprire le sue porte virtuali a tutto il mondo. L’ente britannico ha lanciato l’iniziativa con l’hashtag #MuseumFromHome condividendo online le informazioni dettagliate su 4 milioni e mezzo di oggetti di cui quasi 2 milioni corredati di foto con la possibilità di zoomare per scoprirne i dettagli. “Siamo lieti di poter svelare questo importante rinnovamento. Speriamo che questi importanti oggetti possano fornire ispirazione, riflessione o anche solo momenti di distrazione nel silenzio di questo momento difficile” spiega in una nota il direttore, Hartwig Fischer.
Un mondo di pelle
La collezione comprende anche, lanciando una ricerca “sommaria”, oltre 10.000 reperti in pelle, completamente o in parte. Sono oggetti rinvenuti in ogni parte del mondo. Raccontano molti aspetti della vita quotidiana, militare, sociale e artistica dei popoli apparsi sulla Terra dall’antichità ai giorni nostri. Un vero e proprio mondo di pelle. Navigando all’interno di questo prezioso scrigno si colgono così i diversi tipi di materiale utilizzato in base alle aree geografiche di provenienza e, quindi, degli animali autoctoni.
Tanta, tantissima pelle
Ci sono armature fatte di pelle di rettile, amuleti in pelle di pesce, pesanti cappotti di caribù, copricapi di renna. Ma ci sono anche componenti ottenuti dalla pelle degli animali cacciati, conciata e poi tagliata per ottenere degli strumenti. Per esempio, è il caso dei lacci con cui gli Indiani d’America legavano le pietre taglienti ai bastoni per fabbricare armi e attrezzi. O quello delle ceste di pelle intrecciata trovate nello Yemen. Ci sono dettagli di pregio, come il rivestimento delle copertine dei libri che attraverso acquerelli raccontano usi e costumi della dinastia indiana dei Mughal. Ma anche le custodie dell’orologeria britannica dei primi del Novecento. O quella del misuratore d’altitudine fabbricato in Germania nel XVII secolo.
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