Grazie alle pelli di foca viene aggiornata la storia del Medioevo. Questo periodo è stato sempre visto come caratterizzato prevalentemente dall’uso delle risorse locali. Viceversa, il ritrovamento in alcune abbazie europee di manoscritti rilegati con pelli di foca provenienti dalle terre vichinghe è la testimonianza di un insospettato commercio tra l’Europa settentrionale e i centri religiosi.
I manoscritti dell’Abbazia
Quale materiale è stato utilizzato per realizzare le copertine dei manoscritti medievali conservati nella biblioteca dell’Abbazia di Clairvaux, in Francia? Questa curiosità ha mosso gli studiosi che, grazie alle analisi del DNA effettuate su diversi manoscritti, hanno identificato che alcune rilegature erano in realtà realizzate con pelli di foca. Pelli di foche comuni, foche della Groenlandia e foche barbute cacciate nell’Atlantico nordoccidentale. Ma c’è un dettaglio non trascurabile: l’Abbazia di Clairvaux, così come altre in Europa, non ha sbocchi sul mare. E allora come ci sono arrivate queste pelli?
Un nuovo studio
Uno studio, pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science (qui il link), dimostra l’esistenza di una rete commerciale insospettata che collegava i territori vichinghi della Groenlandia ai monasteri francesi, ma anche inglesi e belgi. Queste rotte venivano utilizzate per il commercio dell’avorio, delle pellicce di tricheco e delle pelli di foca, talvolta utilizzate come pagamento della decima, l’antica tassa sui raccolti riscossa dalla Chiesa. Dunque, nonostante si trovassero in posti isolati, le abbazie medievali erano ben inserite nel commercio internazionale.
Le caratteristiche
Ma perché proprio la pelle di foca? I Cistercensi e i Benedettini, due ordini cattolici, si distinguevano per il loro rapporto con il lusso. Élodie Lévêque, esperta di restauro di libri presso l’Università Paris 1 Panthéon-Sorbonne, spiega sul sito francese Slate: “I cistercensi avevano una particolare predilezione per il bianco, forme di lusso sobrie, che si sposano bene con le qualità estetiche della pelle di foca”. Ma i monaci sapevano che stavano usando pelle di foca? All’epoca non esisteva un termine francese per questo animale e possiamo supporre che, seppur apprezzassero il materiale, non avessero un’idea molto precisa della sua origine. (mv)
Foto Royal Society Open Science
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