Il nostro mensile, sotto la testata (storica, vista la fondazione nell’ormai lontanissimo 1893), da alcuni anni riporta uno slogan che sentiamo particolarmente nostro. La pelle è cultura. Sul nostro sito, non a caso, esiste una category di notizie chiamata proprio “cultura”. Non può essere altrimenti. La pelle e il suo utilizzo hanno attraversato i secoli, affiancando l’evoluzione dell’essere umano e delle sue dinamiche sociali. Ecco perché, in questo 2024, abbiamo deciso di reintrodurre nel nostro mensile una rubrica che propone recensioni di testi sule tema. L’abbiamo chiamata “Riflessioni”. Il primo libro di cui parla si racconta (quasi) da sé: La Manifattura del Cuoio nel Tardo Medioevo.
La Manifattura del Cuoio nel Tardo Medioevo
“La Manifattura del cuoio nel tardo Medioevo ‐ Oggetti, tecniche, corporazioni e lavoro fra XIII e XV secolo” (edizioni il Mulino, pp. 424, 35 euro) ricostruisce il capillare sistema manifatturiero progenitore dell’attuale eccellenza del made in Italy. Laura Righi, ricercatrice in Storia Medievale presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, lo fa partendo da un vero e proprio paradosso. Il Belpaese è molto orgoglioso dei suoi distretti conciari contemporanei, ma poca attenzione rivolge alle radici medievali della stessa attività economica, quando era diffusa e trasversale. Perché volta alla produzione di un materiale talmente pervasivo da spingere gli storici a parlarne (con un’analogia per certi versi tragicomica) come della «plastica del passato». Basta questa introduzione per capire perché questi libro vada letto.
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