La differenza in questo mondo la fa chi ha le idee chiare. Ma pure chi vaga confuso si rende protagonista di azioni dalle ricadute concrete. La rassegna stampa della settimana, dunque, ci riporta che Phoebe Philo s’è decisa: torna alla moda attiva con il brand che porta il suo nome il prossimo settembre. Anche Washington Post dà la misura di aver abbracciato l’estetica, insieme all’etica, della pelle. Cosa che, invece, stenta a fare re Carlo.
Consigli di lettura:
- Dunque, Phoebe Philo s’è decisa: dopo la pausa sabatica che si è presa con la conclusione della missione in Celine, torna da settembre con il suo brand. Come racconta Business of Fashion, lanciare un marchio a nome proprio è una sfida proibitiva: pochi stilisti ci sono riusciti con operazioni di successo;
- Del Washington Post abbiamo apprezzato il puntiglio metodologico con cui smaschera molte ipocrisie della moda vegana. Questa volta apprezziamo il modo in cui elogia “la nota di stile punk” che la pelle aggiunge al look delle star;
- A proposito di moda vegana, Re Carlo ha conferito a Stella McCartney, paladina per antonomasia del fashion radical green, l’onorificenza di Commander of the Order of the British Empire. Ecco, il monarca si dovrebbe decidere. Perché è lo stesso che fa parlare di sé per la cura che destina alle sue scarpe preferite in pelle, ma è anche quello che legittima chi l’industria della pelle la vorrebbe abbattere. Sarebbe più utile alla causa della sostenibilità una scelta di campo più coerente.
Consigli di lettura:
- Washington Post si è accorto che la pelle vegan è una supercazzola
- Riparazioni da re: le Charles patch ispirano i calzolai giapponesi
- Basta coi sermoni sulla sostenibilità a trazione vegana