Shanghai, l’esperienza inclusiva di Valentino: Re-Signify Part One

Re-Signify Part One: in Cina l’esperienza inclusiva di Valentino

Si chiama Valentino: Re-Signify Part One. Ha aperto in battenti in Cina, a Shanghai, il 19 dicembre, presso la Power Station of Arts. È una mostra su Valentino? No. Una presentazione moda? No. Cos’è, lo spiega il direttore creativo della griffe, Pierpaolo Piccioli. “È un percorso aperto, c’è un punto di ingresso ma si può scegliere tra molte possibilità. Non c’è niente di oggettivo, tutto è molto personale e tutti sono invitati a entrare in questo mondo, nel mondo di Valentino”. In altre parole, una modalità inclusiva per “utilizzare gli stessi codici di Valentino e dare loro nuovi significati che sono rilevanti per l’oggi”.

Valentino: Re-Signify Part One

“Non è una celebrazione della storia del passato – dice Piccioli -, è una riflessione sull’identità e su come quell’identità possa essere rilevante oggi”. Curata da Mariuccia Casadio e Jacopo Bedussi, Valentino: Re-Signify Part One resta aperta fino al 17 gennaio 2021. In essa, spiegano i curatori a rivistastudio.com, passato e presente della griffe interagiscono la ricerca artistica e visuale più recente. Si va, dunque, dalla videoart al cinema underground, dalla fotografia alla computer grafica. “L’accostamento delle opere ai pezzi d’archivio – dicono – funziona per associazione visiva o anche in opposizione radicale”.

Modalità inclusiva

All’interno di Valentino: Re-Signify Part One il visitatore si muove tra “architetture illusorie”. In esse, è lui a decidere come scarpe, borse, abiti della griffe possono interagire con opere artistiche (tra gli altri) di Stanley Mouse, Weirdcore, Quayola, Anna Ridler, Rachel Rose e Sølve Sundsbø. Il tutto, muovendosi lungo la direttrice di alcuni codici riconosciuti di Valentino, a partire dalla Stud passando per l’estetica dell’Atelier. Il tutto pensato e allestito per sostenere l’idea di Piccioli di passare da un’idea di moda esclusiva a una inclusiva, che permetta a chi ne fruisce di immedesimarsi. Ma non solo.

Il riferimento di mercato

Come Louis Vuitton ha allestito a Wuhan la prima tappa della sua mostra itinerante See LV, non è casuale che Valentino abbia portato a Shanghai questo progetto espositivo. Si tratta, in pratica, di un modo per “dare voce a Valentino – spiega Mariuccia Casadio a rivistastudio.com – su un mercato che è ancora attivo e aperto, e che è molto attento a Valentino e alla moda. Una cosa interessante è che la percezione del brand in Cina è enormemente diversa rispetto a quella che c’è in Europa e in Italia. Per noi è una storia transgenerazionale, che va dagli anni Sessanta a oggi. Mentre i codici dell’archivio Valentino per i Millennials e la Generazione Z cinese sono qualcosa di completamente nuovo e sconosciuto”.

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