SoLeather, la pelle di Solofra sfila e si racconta

SoLeather, la pelle di Solofra sfila e si racconta

“È un inizio, non un traguardo. Volevamo un momento di prestigio per mettere in mostra il distretto e le sue maestranze”. Così l’assessore Gabriele Buonanno, che molto si è speso per l’organizzazione dell’evento, commenta i risultati della prima edizione di SoLeather. Il 10 giugno la pelle di Solofra ha avuto, con un programma di incontri, talk e sfilate, l’occasione di presentarsi al grande pubblico. Gli addetti ai lavori, come hanno dimostrato Beppe Angiolini (titolare della boutique Sugar, consigliere di Camera Buyer e presidente onorario di CNMI), e lo stilista Mario Dice, conoscono bene l’eccellenza dei materiali e delle lavorazioni del distretto campano. Ma il messaggio di SoLeather si rivolge anche e soprattutto a chi è estraneo alle dinamiche della filiera della moda. E può sorprendersi, come accaduto durante i défilé all’ombra di Palazzo Orsini, della qualità e innovatività del fashion made in Solofra.

Il primo appuntamento con SoLeather

Aperto al mattino dall’incontro tra studenti e imprenditori della moda e dalla presentazione di Fashion Confidential (Sperling & Kupfer), ultima fatica letteraria di Mariella Milani, la prima edizione di SoLeather ha conosciuto il proprio acme nella serata. Prima il talk che ha coinvolto industriali, come Mario De Maio (DMD Solofra), Felice Maffei (Carisma) e Gaetano De Maio (Derma), e designer, come lo stesso Mario Dice e Alessandro De Benedetti. Poi l’inaugurazione presso il chiostro di Santa Chiara dell’omonima mostra SoLeather. Infine, la sfilata dei brand Syn di Alessandro De Benedetti, Osci Lab, Mario Dice, Cassell e Luisa Atelier. La pelle di Solofra si presentata in tutti gli step della filiera, dal materiale al prodotto confezionato. D’altronde il sottotitolo della manifestazione, organizzata in uno sforzo che ha visto collaborare il Comune di Solofra, guidato dal primo cittadino Nicola Moretti, UNIC Concerie Italiane e Lineapelle, è “dove il saper fare incontra la moda”.

 

 

I valori in campo

Con oltre 140 imprese, 1.800 addetti e un giro d’affari aggregato di 220 milioni di euro, il distretto di Solofra (specializzato nelle pelli ovicaprine) è tra i principali in Italia. Partecipa, in questo senso, alle sfide che riguardano l’intero settore. “Abbiamo retto bene l’urto del Covid – ha spiegato Fabrizio Nuti, presidente UNIC –, mentre nei primi 3-4 mesi dell’anno abbiamo rallentato rispetto all’entusiasmo del 2022. Ma non è questo che mi preoccupa”. Cosa, allora? “La comunicazione su tematiche green – risponde Nuti –. La sostenibilità c’è chi la fa e chi ne parla. Noi partiamo dal recupero di un materiale di scarto della zootecnia e da 50 anni investiamo in innovazione e ricerca, eppure facciamo fatica a vedere riconosciuti i nostri meriti”.

Educazione green

“Parlano della pelle come di un materiale poco etico e delle concerie come di luoghi fatiscenti – gli fa eco Fulvia Bacchi, CEO di Lineapelle –. Ci criminalizzano, insomma, spesso per ragioni strumentali, perché chi ci attacca produce e vende materiali alternativi alla pelle”. Per Bacchi la risposta è nella consapevolezza del pubblico: “Investiamo in educazione – continua – affinché la gente sappia che non un solo animale è ucciso per la concia e che i nostri antagonisti, che abusano del termine pelle, producono materiali meno sostenibili. Ci auguriamo per mettere fine agli abusi terminologici come vegan leather una norma europea sul modello del decreto Pelle”. Se serve una prova per misurare quanto la concia, conclude Edoardo Imperiale, direttore generale di SSIP, sia impegnata nell’innovazione, basti dire che “non solo ha un istituto di ricerca a supporto, ma ce l’ha da 150 anni”.

 

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