Aria fredda e pesante a Santeramo, in casa Natuzzi. Nei giorni scorsi Pasquale Natuzzi ha incontrato direttamente i sindacati. Il CEO ha spiegato come “instabilità della domanda, crollo del mercato europeo e conseguente difficoltà nella gestione degli approvvigionamenti e delle consegne” rendano necessario ridiscutere il piano industriale firmato nel 2018 al Ministero dello Sviluppo Economico. La richiesta formale di una nuova Cabina di regia è stata già inoltrata.
Il piano industriale
Il piano da 36 milioni di euro aveva fermato 1.500 licenziamenti negli stabilimenti produttivi Natuzzi tra Puglia e Basilicata. Il 2019 sarebbe dovuto essere l’anno della quota zero esuberi. L’esplosione della pandemia invece ha stravolto tutte le previsioni e secondo Natuzzi è necessario rivedere gli accordi. Oggi a rischio licenziamento sono 460 lavoratori in cassa integrazione: erano 550 due anni fa, ma molti hanno accettato gli incentivi all’esodo. Per loro erano previste attività di formazione e la ricollocazione negli stabilimenti appulo-lucani del Gruppo Natuzzi. Tutte le sigle sindacali hanno espresso “preoccupazione rispetto ad un piano industriale mai decollato, ad impegni presi e non rispettati dall’azienda”. Rinviano alla Cabina di regia ogni confronto con i vertici della multinazionale del mobile imbottito. (aa)
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