Primo via libera da Invitalia al nuovo contratto di sviluppo per Natuzzi. Mercoledì 2 marzo si è riunito (online) il tavolo coordinato dal Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) per iniziare a discutere l’aggiornamento del piano industriale del 2019, nei fatti mai attuato. Non solo. L’appuntamento serve a ridare slancio alla produzione del mobile imbottito negli stabilimenti di Lamartella, Jesce e Laterza. Nonché alla riapertura degli impianti di Ginosa e Graviscella. Quest’ultimo impianto produttivo, la fabbrica 4.0 di Natuzzi, dovrà accogliere le produzioni di ritorno dalla Romania.
Il primo via libera
Natuzzi investirà 15 dei 35 milioni di euro previsti dal nuovo piano industriale: 6 saranno a carico di Invitalia, 10 della Regione Puglia, 4 della Regione Basilicata. Natuzzi, secondo il Corriere del Mezzogiorno, prevede una crescita del fatturato da 456 milioni di euro nel 2022 a 759 milioni nel 2026. Come? Con il contestuale sviluppo nei mercati di Europa e Nord America. Inoltre, nel piano rientra l’apertura di 469 negozi, 104 a gestione diretta e gli altri in franchising.
Le aspettative dei lavoratori
La produzione su cinque stabilimenti e la distribuzione su due turni di lavoro è la proposta più vicina alle aspettative dei sindacati. Che non vedono invece di buon occhio l’altra opzione di Natuzzi, con l’organizzazione di tre turni di lavoro su soli tre stabilimenti. Al tavolo del MiSE Natuzzi ha dato le cifre esatte degli esuberi: 703 dipendenti. Ma l’ipotesi che i sindacati ritengono possibile attuare è di scendere a 430 esuberi massimo. Entro il 2026, data di fine validità del piano industriale, Natuzzi dovrà avere 1.700 dipendenti. (aa)
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