Il flagship store di Fendi Casa è solo il primo step di sviluppo della divisione arredamento del brand romano. Che nel segmento crede molto, al punto da non aver semplicemente affidato a licenziatari l’ideazione e produzione delle collezioni. Ma che ci ha investito fondando con Design Holding (soggetto partecipato da The Carlyle Group e Investindustrial) la joint venture FF Design – Fashion Furniture Design. Ecco, a proposito dei prossimi step di sviluppo del brand, spicca nell’intervista di MFF ad Alberto Da Passano, CEO di FF Design, la prudenza sulla Cina: ci lavoreranno, ma non ne saranno dipendenti.
I criteri di sviluppo di Fendi Casa
Il primo step, dicevamo, è il flagship store di piazza della Scala, 700 metri quadri con 13 vetrine all’angolo tra via Manzoni e via Verri. “Entro tre anni apriremo in tutto il mondo almeno 40 monobrand, sia propri (circa 4 o 5) sia in partnership”, annuncia il CEO. A partire da dove? “Abbiamo in programma entro il 2022 l’apertura di Miami, dove c’è già un negozio da Harrods. A breve annunceremo una location a Shanghai, ovvero una delle città nevralgiche in cui è importante stabilire la nostra presenza”.
La cautela sulla Cina
Ecco, proprio Shanghai è teatro di un nuovo (severissimo) lockdown che tanti grattacapi dà all’alto di gamma. Non sarà casuale, dunque, la prudenza sulla Repubblica Popolare di cui parla Da Passano. “Stiamo puntando su una ripartizione per area geografica più omogenea rispetto al passato – osserva –. Una dipendenza un po’ minore dalla Cina a favore di mercati che vorremmo sviluppare di più, come gli Stati Uniti e l’area Middle East. Ci sono cose che vanno al di là di ciò che si può prevedere, ma abbiamo molto da fare negli USA e in Asia in generale. In Russia torneremo quando le condizioni saranno migliori e più stabili. Ma siamo fiduciosi”.
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