Per quanti ne rientrano, tanti ne usciranno. Il Tribunale di Bari ha accolto il ricorso di 3 operai licenziati dal gruppo Natuzzi: dovranno essere reintegrati al loro posto di lavoro e ricompensati degli stipendi e dei contributi non versati da ottobre a oggi. La società guidata da Pasquale Natuzzi (nella foto) non si opporrà al provvedimento: anzi, per i tre è già pronto il percorso di riqualificazione professionale e di reinserimento nel ciclo produttivo. Peccato che, come riporta il Corriere della Sera, l’azienda abbia anche comunicato che, al numero di esuberi che si troverà a dover reintegrare, seguirà un’uguale cifra di operai ora in organico da licenziare secondo i termini di legge. Non poco, visto che ai 3 che hanno già vinto il ricorso seguono altri 173 che potrebbero spuntare lo stesso trattamento. Secondo Natuzzi, non è una sorta di ritorsione contro il Tribunale, ma una questione di buon senso: “È insostenibile dal punto di vista economico e industriale – dice al Corriere Antonio Cavallera, responsabile Risorse umane del gruppo Natuzzi – l’inserimento di ulteriori lavoratori nell’organico definito dal piano industriale di 1.918 persone”. La vicenda è solo l’ultimo capitolo del piano (irrealizzato) di reinserimento di 215 esuberi nella newco di Ginosa.
Il Tribunale impone il reintegro degli operai a Natuzzi, e il gruppo comunica: “Ne licenzieremo altrettanti”
