Harmont & Blain ha risolto il problema dell’invenduto con il web

Harmont & Blain ha risolto il problema dell'invenduto con il web

Gli investimenti sul canale digitale, ci tengono a precisare, sono cominciati nel 2019, quando è stato siglato l’accordo di partnership con Giglio Group. E Harmont & Blain, ora, può ritenersi soddisfatta della direzione impressa al business. Perché in tempi di Coronavirus, quando il retail era bloccato a causa del lockdown, il web ha permesso di risolvere il problema dell’invenduto. La svolta digital non è passeggera, ma risponde a una visione di lungo termine. Il marchio napoletano (93 milioni di fatturato nel 2019) vede il proprio futuro svilupparsi sui binari dell’e-commerce, della digital connection e dello showroom digitale.

Il problema dell’invenduto

Nell’ultimo mese le vendite online sono cresciute di oltre il 150% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – racconta a MFF il CEO Paolo Montefusco –, di cui oltre il 60% in Italia, con il 53% di nuovi utenti”. La partnership con Giglio Group, spiega Montefusco, si è rivelata fondamentale per realizzare un sito, in tempi record, dove trattare l’invenduto vittima, si fa per dire, del lockdown.

E ora?

Lo sviluppo del marchio, in attesa che tutti gli store fisici riaprano, passa dal digitale, dicevamo. “Ci stiamo preparando a una vera rivoluzione del modo di fare shopping – argomenta Montefusco –, non solo per i punti fisici, ma in ottica omni-channel”. Ad esempio? “Partendo da funzioni click and collect – conclude il manager – con la possibilità di stabilire data e ora del ritiro in negozio”.

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