Non sappiamo ancora se Jonathan Anderson lascerà Loewe per andare verso altri lidi. Per altri lidi intendiamo Dior. Dato che ormai sembra prossima l’uscita di Maria Grazia Chiuri. Certo è che l’ultima collezione, quella che Anderson ha presentato oggi a Parigi sottoforma di viaggio introspettivo dentro Loewe, suona come il più romantico degli addii. Al numero 51 di Rue de l’Université, in quella che fu la casa di Karl Lagerfeld, il designer nordirlandese unisce il racconto alla maestria artigianale di Loewe. Negli anni alla direzione del marchio di LVMH ha portato una ventata di freschezza all’interno di un’azienda tanto legata alla tradizione. Riuscendo a sovvertire le regole. Senza perdere mai di vista le origini: la pelle e le sue infinite declinazioni. Ora questa collezione, che sembra un commiato. E nel nostro piccolo ci sentiamo di dire: Jonathan, perché te ne vai? Ma ieri a Parigi è stato anche il turno della collezione femminile di Louis Vuitton. Al timone – ormai da dieci anni – Nicolas Ghesquière, che però inizia a sentire la stanchezza, nonostante i dettagli.
Una collezione-manifesto
Concepita come un “album di idee” la nuova collezione di Loewe unisce moda, arte e artigianato. I codici (passati e presenti) ci sono tutti. Tanto che quella mostrata nelle sale dell’Hôtel de Maisons sembra a tutti gli effetti il testamento stilistico di Anderson da Loewe. Che qualche giorno fa aveva postato sui suoi social un reel che sintetizzava i momenti chiave dei suoi dieci anni alla guida del marchio. Poco dopo, infatti, erano ripartiti i rumors su una sua possibile entrata da Dior al posto di Chiuri, ormai data da mesi in uscita. Ecco, al netto di questo ennesimo possibile gioco di poltrone, restano gli abiti, estremamente caratterizzanti. C’è la pelle, core di Loewe, declinata nelle giacche con le frange e negli stivali alti fino al ginocchio. C’è il gioco, nei vestiti ricavati da fili di perline. Non manca la maestria sartoriale nei drappeggi. E ci sono le storie, che Anderson trasporta sempre sugli abiti. Al netto di tutto, quindi, si può dire che esiste un Loewe pre e post. Il post porta decisamente la sua firma.
Louis Vuitton torna alle origini
Per l’autunno-inverno 2025/2026 Louis Vuitton torna alle radici. Nicolas Ghesquière, direttore artistico delle collezioni femminili del marchio, sceglie uno spazio vicino alla Gare du Nord per rievocare la poesia del viaggio. L’obiettivo è rinsaldare il legame con le fondamenta, con quei bauli e quelle valigie che hanno reso iconico LV. Se sugli accessori c’è una visione, sugli abiti manca un pizzico di prospettiva. O meglio, un po’ di novità. Ghesquière è ormai un veterano, cura sempre i dettagli e le sue collezioni sono molto portabili. Le linee giocano con i volumi strutturati. Anche le silhouette, come la collezione, si ispirano ai viaggiatori del passato, cedendo a quel fascino vintage di chi affolla le stazioni.
Immagini Loewe e Louis Vuitton
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