Pochissimo movimento nelle prime ore di Obuv, fiera calzaturiera che ha aperto i battenti questa mattina a Mosca (chiuderà giovedì 25). Nessuno, però, credeva che la partenza dell’evento moscovita fosse caratterizzato da folle oceaniche. Le aspettative dei 130 espositori italiani (di cui 66 marchigiani) non sono, infatti, particolarmente ottimiste. Per Marino Fabiani, co-coordinatore del Laboratorio Russia e Csi per Assocalzaturifici: “I molti fattori negativi portano a non farmi grandi illusioni. Nonostante questo, però, spero di intravedere un’inversione di tendenza”. Speranze che, almeno per il momento, non vede Sauro Pieroni di Kelton: “Le attese non possono non essere che critiche, considerato che i clienti stanno faticando per ritirare le calzature invernali. Queste prime ore di Obuv lo stanno, purtroppo, confermando, con poca gente presente nei corridoi della fiera”. Ieri, perlomeno a Mosca, è arrivato il primo vero giorno di freddo, anche se gli operatori presenti in fiera riferiscono di negozi made in Italy molto meno frequentati rispetto al solito. “Questo poco afflusso a Obuv era prevedibile perché la fiera è iniziata di lunedì (e non il martedì come al solito, ndr), giorno in cui in Russia la gente si muove poco” ci segnala Arturo Venanzi, co-cordinatore del Laboratorio Russia e Csi per Assocalzaturifici, che ha allestito una nuova lounge area dove sono esposte calzature “particolari e identificative” di alcuni brand presenti in fiera. (mv)
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