La guerra commerciale con gli Stati Uniti. I dati non entusiasmanti. Un’area pelle (quella cinese) che cerca di mantenere la calma, ma non azzarda previsioni a lungo termine. È quanto emerso durante la 22esima edizione di All China Leather Exhibition (ACLE), inaugurata martedì. La fiera chiude oggi presso lo Shangai New International Expo Center di Pudong. Ha ospitato oltre 1.000 espositori e prevede di aver accolto circa 23.000 visitatori.
Prestazioni stabili
Durante la conferenza stampa di inaugurazione ACLE, China Leather Industry Association (CLIA) ha definito il quadro congiunturale relativo al primo semestre 2019, durante il quale l’export ha raggiunto il valore di 36,9 miliardi di dollari, in calo dello 0,15% su base annua. Un riscontro che ha portato a definire quello attuale come uno dei momenti tra i più complessi mai affrontati dall’area pelle di Pechino. E che ha fatto dichiarare a Chen Zhan Gang, segretario CLIA, che “l’industria della pelle in Cina è relativamente stabile, ma ovviamente la situazione a lungo termine è difficile da prevedere“.
Il termometro fieristico
In questo contesto, come segnala Sauer Report, ACLE sta rappresentando sempre di meno una vetrina internazionale e sempre più un salone locale. Gli operatori sembrano essere orientati in modo maggioritario alla ricerca di pelli di qualità a prezzi costanti. Nel complesso, però, il mercato procede a rilento nonostante gli addetti ai lavori cinesi e statunitensi sembrino essere d’accordo su un punto: la guerra commerciale tra i loro due Paesi sta danneggiando entrambi. Prossima edizione: 1-3 settembre 2020.