L’evento certo non è nuovo, perché APLF ha un ruolo consolidato nel calendario internazionale degli eventi. Ma questa edizione è, sotto molti aspetti, una prima volta. Innanzitutto, perché lo show torna dopo lo stop di tre anni dettato dal Coronavirus. Poi, perché sul format si ripercuotono ancora le conseguenze della pandemia (a cominciare dalla location: Dubai, anziché la solita Hong Kong). Infine perché, ancora per via delle restrizioni legate all’emergenza sanitaria, nella composizione del pubblico non sono centrali, come da tradizione, cinesi e buyer dell’estremo oriente.
Un po’ una prima volta
Nel momento in cui scriviamo, APLF (in programma dal 30 marzo al primo aprile) ha aperto da poche ore con le sue tre aree tematiche: Leather, Materials+ e Fashion Access. Chi è tra gli stand del Dubai World Trade Center (DWTC), ci racconta che il colpo d’occhio è vivace. Pubblico ce n’è: è la composizione a essere parziale. In che senso? Mancano i visitatori da Cina e Far East. Mentre sono preminenti quelli dai Paesi dell’Asia Centrale (India, Pakistan e Bangladesh).
E gli espositori?
E gli espositori? Sono circa 500 da 15 Paesi, vantano gli organizzatori di Informa Markets, con una cospicua rappresentanza di italiani. Difficile dirne ora le aspettative, quando si incontrano in un evento per molti versi nuovo in un mercato condizionato, oltreché dalla pandemia, dalla guerra in Ucraina. Ci sono sicuramente curiosità e voglia di fare. Soprattutto da parte dei fornitori di macchinari e tecnologia (per la calzatura, in primis), che vedono nella location araba un buon crocevia per incontrare partner di Asia, Africa ed Est Europa.
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