Che aria si respira tra gli stand di Milano Unica

Che aria si respira tra gli stand di Milano Unica

Segna il ritorno, dopo Pitti Uomo, alle fiere in presenza. È il primo, in particolar modo, dei saloni milanesi, che a settembre tornano con gli show della filiera pelle (Lineapelle), degli accessori (Micam e Mipel) e dell’haut-à-porter (TheOneMilano). Per questo non c’è solo curiosità, ma grande interesse sull’aria che tira tra gli stand di Milano Unica. Il salone del tessile-abbigliamento (Fieramilano Rho, 6-7 luglio) è la prima cartina al tornasole dello stato di salute del fashion system italiano e internazionale.

Tra gli stand di Milano Unica

“È un’edizione normale, nel senso che sembra una fiera dei tempi pre-pandemici – commenta Giorgio Goffredo della pugliese Zip Goffredo –. C’è un netto miglioramento della qualità dei visitatori. Registriamo, in più, il rammarico dei buyer che non hanno ancora la possibilità di fare trasferte”. Be’, ma che c’è da aspettarsi in termini di mercato? “L’alto di gamma vive una ripartenza abbastanza trasversale – risponde –, soprattutto per quanto riguarda l’abbigliamento femminile. Guardando alle note dolenti, faticano ancora i settori della cerimonia e della pellicceria”.

 

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Le attese di mercato

“Sembra stia tornando interesse: seppur in edizione ridotta, questa Milano Unica è un punto di inizio per il ritorno alla normalità – aggiunge Fiorentino Bettoni, titolare con la figlia di DEB Italian Flair, bottonificio bergamasco –. C’è più gente rispetto a settembre: certo, mancano i visitatori dall’estero, ma il mercato interno si muove in prospettiva. Il pubblico ha voglia di fare e di vedere. La sensazione è positiva”. Questo non vuol dire che si possa già festeggiare il ritorno ai livelli pre-Covid. “Veniamo da un anno e mezzo in cui si è bloccata l’intera filiera, dalle vendite ai magazzini – continua Bettoni –. L’anno scorso si è lavorato molto per l’invernale, che poi non si è venduto a causa della seconda ondata di contagi. Ora si punta sulla primavera estate”. Dal Bottonificio Padano condividono la prudenza: “C’è un bel movimento in fiera – raccontano –: se poi è un’attenzione concreta che si trasforma in ordini, lo verificheremo solo con il tempo”. Tempo è la parola chiave: “I magazzini sono ancora pieni, bisogna aspettare il ritorno alla vita – concludono –. La ripartenza risale la filiera solo quando la gente torna a uscire: fino a quando rimane a casa per lo smartworking, compra tute made in China e non certo capi d’abbigliamento di qualità”.

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