Manca poco: dal 19 al 23 settembre le fiere riaccendono Milano. Nel quartiere fieristico di Rho si danno appuntamento non solo Micam e Mipel, i saloni della calzatura e della pelletteria che già da anni coordinano il proprio calendario. Ma anche Lineapelle–A New Point of View (22-23 settembre, clicca qui per l’accredito), TheOneMilano e Homi, in una mobilitazione congiunta degli show della moda e del design che rappresenta una eccezionale risposta alla congiuntura. Al grande evento, raccolto nel claim #strongertogether, si unisce, anche se da remoto, DaTE, evento fiorentino dedicato all’occhialeria. Una mobilitazione che applica tutte le misure cautelari, in fatto di distanziamento e sanificazione dei locali, imposte dalla pandemia. E che rappresenta proprio il luogo dove la filiera del made in Italy con coraggio reagisce alle difficoltà.
Le fiere riaccendono Milano
“Ringraziamo gli espositori e i circa 1.500 buyer registrati per il coraggio dimostrato – commenta Danny D’Alessandro, CEO di Mipel, durante la conferenza stampa di presentazione delle fiere –. Partecipare all’evento è una dimostrazione: un giorno potremo dire io c’ero”. Allo stesso modo Tommaso Cancellara, CEO di Micam, conferma gli spazi dedicati alle tendenze e ai materiali (Micam X), ai giovani talenti (Emerging Designers) e all’intrattenimento (Micam in Wonderland), perché Fieramilano Rho è il posto dove essere, ma senza perdere il brio. Mentre tutti gli show sono integrati da piattaforme digitali, si afferma l’importanza dell’esperienza fisica. “Lineapelle è il punto di riferimento, nonché l’appuntamento immancabile, per la pelle, i tessuti, gli accessori e i materiali per la moda e il design – afferma l’amministratore delegato Fulvia Bacchi –. Partecipiamo con A New Point of View, che ha tempistiche e allestimenti diversi. Sappiamo che è importante partecipare. I nostri prodotti vanno visti, toccati e spiegati”.
Sicurezza e congiuntura
Gli organizzatori, dicevamo, assicurano che in fiera sono garantiti gli standard di sicurezza necessari per lo svolgimento degli eventi pubblici. Presentarsi al mercato, intanto, si rivela fondamentale. Come riporta Siro Badon (Assocalzaturifici) nei primi sei mesi del 2020 la scarpa italiana ha perso il 36% del fatturato. Mentre la produzione ha ceduto su base annua il 35% in volume. Allo stesso modo Franco Gabbrielli (Assopellettieri) riporta che la borsa, dopo anni di trend favorevole, nel semestre ha ceduto il 43,2% degli introiti. La pellicceria, riconosce Norberto Albertalli (TheOneMilano), attraversa un momento difficile. Le aste in calendario da gennaio a giugno sono state annullate e il settore è a corto di materia prima. “Nei primi 8 mesi dell’anno la pelle ha vissuto un calo del 32% in valore e del 24% in volume – testimonia Gianni Russo, presidente di UNIC – Concerie Italiane –. Le aziende rispondono con maggiori servizi ai clienti, maggiore impegno alla sostenibilità e una attenzione alla ricerca che lascia ben sperare nella ripresa”.
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