Gli outfit eccentrici di Anna Piaggi in mostra a Lineapelle

Gli outfit eccentrici di Anna Piaggi in mostra a Lineapelle

“Il suono delle parole è importante quanto il fruscio del taffettà”. Così diceva Anna Piaggi, storica giornalista di moda e icona di stile. La seconda tappa della mostra a lei dedicata, “Parole e Taffetà Capitolo II: Animalia” è stato curato appositamente per l’edizione 105 di Lineapelle, a Rho Fiera dal 25 al 27 febbraio. Nel Padiglione 24, allo Stand R 5-7 T 6-8, MinervaHub espone alcuni tra i 150 capi del suo archivio selezionati dal direttore creativo Jacopo Tonelli. La mostra, curata dalla critica Daniela Fedi, ha l’obiettivo di rendere omaggio alla cultura e al motore che animano la moda, ispirandosi alla visione unica di Anna Piaggi. Piaggi ha, infatti, sempre trasformato gli abiti in un racconto universale. La selezione degli abiti del Gruppo MinervaHub è stata integrata con altri vestiti e accessori messi a disposizione dall’Associazione Culturale Anna Piaggi, fondata dal nipote Stefano e assemblati con l’aiuto di Mirko Tomei, collaboratore e amico storico proprio della Piaggi.

Vestirsi in libertà

“Se dovessi descrivere Anna Piaggi con una sola parola, direi colta – confessa Daniela Fedi. Perché Anna Piaggi aveva una grande cultura della moda ma anche una capacità da cronista rara”. Gli outfit esposti a Lineapelle sono stati ricomposti seguendo il filo logico delle parole utilizzate dalla Piaggi nella sua celebre rubrica per Vogue Italia: “DP Doppie Pagine. Il risultato è l’inizio di un viaggio nella cultura di un certo tempo inquieto, il nostro. Resterete mesmerizzati”. Mesmerizzare è l’altra parola che la descrive bene la Piaggi. L’aveva inventata lei ispirandosi al medico viennese Franz Anton Mesmer e ai suoi metodi d’ipnosi. La “poetessa del vestire”, così la chiamavano, era capace di leggere abiti e accessori come libri, scegliendo riferimenti di ogni tipo per i suoi outfit, sempre libera da preconcetti o imposizioni.

 

 

Saper raccontare

Quelli esposti in mostra a Lineapelle non sono semplici costumi. Anna Piaggi non seguiva le mode ma le anticipava. Si ispirava al passato per reinventare il presente, creando quelle che oggi si chiamano tendenze. Tra i suoi segni distintivi la ciocca di capelli cobalto, il trucco marcato e la sua capacità di mescolare epoche e stili diversi con cui creare un linguaggio che non era solo estetica ma uno sguardo profondo su moda, industria e arte. “I suoi abiti erano ragionati al 30%, il resto era un vestirsi di pancia. È stata lei, per esempio, a inventare il termine stilista” aggiunge Mirko Tomei. Tra gli outfit esposti quelli creati da Karl Lagerfeld – suo storico amico – per Fendi e Chloé. “Anna Piaggi ha inventato a tutti gli effetti un nuovo modo di comunicare basato sulle emozioni e su un amore viscerale per la moda”, conclude Fedi.

Leggi anche:

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×