Il mondo a Lineapelle 97: più USA, più Francia, più Cina

I buyer a Lineapelle 97

Un evento che conferma la “sua baricentrica internazionalità”. E che “ha dimostrato di essere lo specchio in cui il mercato si riflette con tutte le sue criticità”. Lineapelle 97, conclusa lo scorso venerdì (4 ottobre) a Fieramilano Rho, tira le somme e, scopre, per l’ennesima volta, di essere la business experience “a cui la filiera globale della fashion & luxury industry non può mancare”. Un salone, Lineapelle, che, come dice il CEO Fulvia Bacchi, si è chiuso “in modo positivo, confermando l’eccellenza della propria leadership”.

Sostanziale stabilità
Se sul fronte degli espositori la platea è aumentata (arrivando a 1.271 unità da 46 Paesi), il trend dei visitatori ha seguito un movimento meno lineare. A Lineapelle 97, si legge in una nota stampa, sono entrati “oltre 19.000 visitatori unici, rappresentanti di circa 10.500 aziende in arrivo da 107 Paesi. Un dato, quest’ultimo che si mantiene in sostanziale stabilità rispetto all’ultima edizione (febbraio 2019, ndr). Fa riflettere il calo delle aziende visitatrici straniere, mentre rassicura il dato in crescita relativo alla presenza di quelle nazionali a conferma di come l’Italia sia ormai l’hub manifatturiero di riferimento internazionale per brand, griffe e start up”.

 

 

Up and down
La complicata e globalizzata incertezza del mercato ha, inevitabilmente, influenzato le presenze in fiera. Con alcune sorprese. Le più rassicuranti riguardano tre nazioni di provenienza dei buyer. Sono, infatti, cresciuti in modo significativo gli ingressi di operatori statunitensi, cinesi e francesi. Ai quali vanno aggiunte le performance positive di Giappone, Turchia e Danimarca. A subire la pesantezza congiunturale sono stati, invece, alcuni mercati europei. Sono calati gli arrivi da Spagna, Germania, Regno Unito e Portogallo. E non è stata da meno la Russia. Flussi prevedibili e previsti. “Come evidenziato dagli espositori – concludono da Lineapelle -, anche oggi si può guardare con fiducia al futuro, purché si abbiano idee chiare, programmi definiti e una vision molto concreta”.

 

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