Discreta affluenza, acquisti limitati. È la sintesi di Shoes Düsseldorf, la fiera che si chiude oggi e che ha visto la presenza di circa 150 brand italiani. Tra gli strascichi della pandemia (negozi chiusi e un’alta percentuale di invenduto) e le conseguenze della guerra in Ucraina (incertezza economica mondiale), una sensazione di stand by ha dominato la scena. I buyer tedeschi e dell’Europa centrale, che pur hanno visitato il salone tedesco, infatti, si sono mostrati molto cauti negli acquisti e preferiscono temporeggiare, come ci spiegano tre espositori italiani.
Discreta affluenza, acquisti limitati
Paolo Silenzi (brand Paul Silence)
“L’affluenza non è mancata in particolare domenica (giorno di apertura della manifestazione fieristica) e lunedì. E anche se non costante nell’arco di tutta la giornata è stata comunque soddisfacente. I buyer presenti acquistano con cautela a causa dell’insicurezza del momento storico che coinvolge tutto e tutti. Rimandiamo a Micam per capire le evoluzioni della campagna vendite”.
Moreno Torresi (brand Cafè Noir)
“Francamente le aspettative della vigilia erano superiori a quello che si è realmente verificato ma, vista la situazione globale, non ci lamentiamo. I visitatori ci sono stati anche se gli acquisti sono stati limitati. Preferiscono temporeggiare, vista la situazione”.
Gabriele Accatino (brand Accatino)
“Nei primi due giorni c’è stata una buona affluenza, nonostante il periodo veramente difficile. Il perdurare dell’emergenza Covid e la guerra in Ucraina non aiutano il settore calzaturiero, che vede sempre una minore propensione agli acquisti da parte dei negozianti. I quali, a loro volta, non registrano frequenza nei negozi e vendite come nel periodo pre-Covid”. (mv)
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