Per ripartire. O per consacrarsi. Per essere presenti all’evento leader dell’area pelle e mostrare il meglio delle proprie collezioni ai migliori tra i clienti. Malgrado la congiuntura non sorrida all’industria della moda per problemi ormai diventati cronici (la crisi russa, il rallentamento dei consumi cinesi, la minaccia del terrorismo), Lineapelle si presenta ai nastri di partenza all’insegna dell’intraprendenza. I conciatori reagiscono all’impasse e vedono nell’evento fieristico milanese il ring per mettersi alla prova. “Investiamo tanto nelle fiere tutto l’anno, e per noi Lineapelle rappresenta il clou – afferma Mirko Cara di Kara Group -. Qui si incontrano clienti da tutto il mondo e il nostro impegno è arrivare con un’offerta stilistica che li possa colpire”. L’azienda lombarda viene da un trend positivo e si augura che la fiera dia maggiore slancio all’andamento. È alla ricerca di conferme anche la solofrana Icos: “A giugno e luglio le vendite della collezione estiva sono andate bene – racconta Bernie Famiglietti -, settembre è il giro di boa dell’anno, ci auguriamo segnali confortanti per gli ultimi mesi del 2016”. “Sono momenti particolari a livello internazionale, ma noi conciatori dobbiamo convivere con la situazione e adattarci ai cambiamenti di mercato – dice Piero Rosati di Incas -. Continuiamo a investire tanto sui nostri prodotti e sulla nostra capacità produttiva”. La fiera è, poi, l’occasione per chi vede vacillare le proprie certezze per costruirsi un futuro alternativo. È il caso della marchigiana Etre, produttrice di accessori per calzatura: “Negli ultimi due anni la clientela italiana è entrata in tilt a causa della crisi russa – spiega il titolare, Corrado Buccioni -. Per questo abbiamo bisogno di estendere la nostra rete di rapporti commerciali verso il Nord America e l’Europa Settentrionale e Orientale. La partecipazione a Lineapelle, in questo senso, per noi è strategica: si incontrano nuovi clienti”.
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