I buyer ci sono. Gli espositori della 100sima edizione di Lineapelle (Fieramilano Rho, 20-22 settembre) sono concordi. Il pubblico di griffe, produttori e designer si è presentato negli stand, dimostrando attenzione al prodotto e intenzione di programmare. “Siamo tornati a una fiera com’era un tempo – commenta Piero Rosati, INCAS –, in tema di rapporti umani e sociali. Fa un certo effetto. La gente ha voglia di vedere i materiali e viene a trovarci. Una cosa positiva è che, rispetto al pre-pandemia, si vedono molto meno curiosi. Si è alzata quindi la qualità dei visitatori”. Un riscontro positivo, quando sulla filiera pesano le pressioni sui prezzi. E la Cina è ancora isolata dalle misure di contenimento del Covid.
I buyer ci sono
Dallo stand di Conceria La Patrie confermano che già nel primo giorno sono passati “clienti europei e grandi firme”. La sensazione è diffusa e trasversale. L’hanno avvertita anche negli spazi di Gruppo Lampa, azienda produttrice di accessori per calzature e abbigliamento che a Lineapelle festeggia i 50 anni di attività. “Temevamo che la vicinanza alla fashion week potesse distrarre i grandi brand – dice Cristian Schillaci –, invece abbiamo incontrato tutti. Il lusso nel 2022 sta spingendo sulla crescita e ne abbiamo visto la voglia di fare”.
Il prezzo
Certo, sullo sfondo ci sono le incertezze legate alla guerra in Ucraina. All’aumento dei costi. Tutti: materie prime, energia, ausiliari chimici. Galvaniche per chi, come Lampa, produce accessori per l’alto di gamma. “Se fai un prezzo oggi, tra una settimana sei costretto a rivederlo – confida David Bilanceri (Conceria Ausonia) –. Purtroppo la situazione è questa”. La questione dei costi di produzione ne porta con sé un’altra: come recepirà la spinta inflazionistica il pubblico finale. “La clientela in generale è un po’ fiacca. Gli stipendi sono sempre gli stessi, ma i prezzi sono raddoppiati – conclude Bilanceri –. Il budget per lo shopping di borse, cinture e scarpe rischia di diminuire”. (mvg/rp)
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