È un declino inarrestabile quello delle macellazioni in Europa. In 13 anni si sono persi circa 5,4 milioni di capi l’anno, con previsioni di un ulteriore contrazione del 3% alla fine del 2013. Il quadro sulla situazione mondiale degli approvvigionamenti è stato esposto stamane nel corso di una tavola rotonda tra concerie e fornitori (grandi macelli statunitensi, brasiliani ed europei) organizzata da Lineapelle. È emersa la netta controtendenza sudamericana: da qui al 2020 il Brasile dovrebbe incrementare gli abbattimenti fino a superare i 50 milioni di capi l’anno, portando il patrimonio oltre la soglia dei 200 milioni di capi grazie al ricorso più intensivo al metodo di allevamento confinato. L’incontro tra concerie e fornitori punta alla definizione di nuove regole contrattuali per soddisfare le richieste dei clienti top (grandi firme) su aspetti quali tracciabilità e sostenibilità. Il percorso non è semplice, data l’opposizione (confermata stamane) da parte statunitense verso l’introduzione di nuove regole. I conciatori italiani hanno però ribadito la necessità nell’ottenere certezze e nel definire una sorta di “carta d’identità” delle pelli bovine, per risolvere gli attuali problemi legati a miscelazioni di pelli di origini diverse con conseguente impoverimento qualitativo. Il fatto che giganti calzaturieri quali Nike e Adidas stiano puntando sul carbon footprint delle scarpe in materiale sintetico impone alla filiera dell’area pelle, macello compreso, di investire su questi aspetti, chiedendo poche regole che diano certezza all’utilizzatore. (ag)
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