Poteva andare peggio. Le aspettative della vigilia erano molto basse, visto il contesto geopolitico internazionale in cui si svolgevano, ma Micam, Mipel e TheOneMilano sono andati leggermente meglio delle attese. La prima giornata (domenica 18 febbraio) aveva illuso un po’ tutti per la sua effervescenza, ma non rispecchiava l’andamento del mercato. Così, nei giorni successivi, c’è stato un graduale calando delle presenze. Morale, per molti è stata un’edizione “piuttosto positiva”, proprio perché pensavano potesse andare molto peggio. Intanto si discute su come e quali miglioramenti sarebbero ad apportare ai saloni per farli rimanere leader del mercato. Ecco i commenti di alcuni protagonisti.
Un’edizione “leggermente positiva”
Micam
Giampietro Melchiorri (Gal.Men; marchi Alexander Hotto e Primabase).
“I primi due giorni di fiera sono stati piuttosto positivi. Abbiamo raccolto qualche ordine da buyer stranieri: fondamentalmente è il motivo che ci spinge a partecipare alla fiera. Torniamo a casa con una leggera positività rispetto a quando siamo partiti. Le aspettative erano piuttosto basse, invece qualche ordine è arrivato. Nella terza giornata le presenze sono state più scarse delle prime due. E oggi, giorno di chiusura, sappiamo che i buyer sonjo pochissimi. Se dovessi dare un voto a questa edizione di Micam direi 6 e mezzo”.
Andrea Brotini (Brotini; marchio Pakerson).
“Questa edizione si è svolta in un contesto geopolitico complicato. I russi non vengono per la guerra, gli americani non sono mai venuti a frotte, i tedeschi sono in crisi, i cinesi hanno ripreso a viaggiare da poco e non erano tanti. Ed è difficile poter trarre dei risultati positivi da un salone che si svolge con queste condizioni. Detto questo, credo dovremmo fermarci per cercare di migliorare Micam al fine di fargli conservare quel ruolo di leadership internazionale che ha da anni”.
Mipel
Lorenzo Salvatelli (Carlo Salvatelli).
“La prima giornata è stata positiva. La seconda è stata altalenante. C’erano momenti in cui si notava la maggiore presenza di visitatori, mentre in altri momenti i padiglioni erano scarsamente affollati. A tutte le problematiche già citate (Russia, USA, Germania e Cina) aggiungerei anche la mancanza di visitatori africani e mediorientali in genere perché questa edizione di Mipel è rivolta alla prossima stagione invernale. Oltre alle guerre bisogna anche tenere conto delle quotazioni delle valute locali che rendono difficili le vendite. Un esempio è il Giappone. Ritengo che per le PMI che espongono potrebbe essere più utile prorogare di un mese il calendario fieristico, in maniera che i buyer abbiano più elementi in mano per potersi orientare nell’acquisto. Attualmente, anche se l’ordine arriva ora, viene confermato tra un mese per cui sarebbe utile spostare di un mese i saloni”. (mv)
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