Micam chiude col -5%. Edizione complessa, come non poteva essere altrimenti, date le tante contingenze extrasettoriali internazionali. In fiera si è verificata una grande selezione che ha polarizzato le visite. In altre parole: stand molto affollati e altri vuoti. Complessivamente meno presenze, ma più qualità.
Le parole di Siro Badon
“Si conferma la contrazione preventivata. Abbiamo registrato un calo dei buyer asiatici e un rallentamento dei visitatori inglesi dovuto alle difficoltà nei trasporti, generate per i primi dall’emergenza sanitaria e per i secondi dai fenomeni metereologici. Si aggiunge, inoltre, una leggera flessione degli operatori tedeschi che stanno vivendo una non facile congiuntura economica. Uno scenario cui fa da contraltare una crescita dei buyer dalla Russia e dall’area CSI grazie anche al supporto dell’ICE”. “Le premesse su questa edizione erano molto preoccupanti- aveva detto ieri Badon. “Gli assenti sono stati per lo più i curiosi, che non interessano alle aziende. Per cui la qualità dei buyer è stata importante. Le aziende storiche presenti ci hanno dato un sentimento positivo. È chiaro che non si può paragonare questa edizione a una di 10 anni fa”.
Qualità e prezzo
“Noi siamo presenti in moltissime fiere in vari mercati perché penso sia una componente fondamentale nell’investimento per approcciare un mercato. I risultati, però, li vedi dopo 7 o 8 anni” afferma Pompeo Iachini del calzaturificio La Repo. E la qualità? Il mercato sembra cercare più il prezzo. “Credo che tutte le aziende siano sempre alla ricerca del giusto equilibrio tra prodotto e prezzo. Le dinamiche di mercato cambiano così come la moda e ogni brand deve adattarsi” ci dice Frederic Robert del brand francese Me.Land. “Chunky sneaker? Per me sono già passate. Vado avanti”. Con un occhio alla sostenibilità: “Acquisto dalle concerie vicine al mio sito produttivo francese. Alcuni modelli sono realizzati con materiale di riciclo e cerco di renderli più leggeri possibili. Il packaging è tutto materiale riciclato e acquistando un paio di scarpe si compra anche un seme di un fiore da mettere a dimora”.
Outdoor trainante
Le tendenze moda sull’outdoor hanno contribuito all’incremento di vendite registrato da Cappelletti che distribuisce il proprio marchio e ha in licenza quello tedesco Bogner. Nel 2019 il fatturato è stato di circa 12,5 milioni di euro, con una quota export del 90% e un aumento del 20% sul 2018. “Siamo presenti in 48 Paesi e abbiamo raggiunto un certo livello di internazionalità” ci dice Stefano Cappelletti. “È difficile fare programmi con questa emergenza in corso. Cosa mi preoccupa di più? Il rallentamento dell’economia tedesca perché la Germania è un mercato di riferimento per noi”. (mv)
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