Ci sono voglia di fare, fermento. E anche alcune sfide da affrontare. Il pubblico di Lineapelle93 restituisce l’immagine di una manifattura, italiana ed internazionale, che vuole imprimere un cambio di velocità all’area pelle. “Lo stimolo ci viene dai negozianti – raccontano le due sviluppatrici di prodotto di un gruppo calzaturiero del segmento medio –. Magari il sell-in è ancora un po’ confuso: ce ne siamo accorti all’ultimo theMicam, dove i buyer volevano sapere da noi quali fossero gli articoli più venduti, anziché presentarsi con richieste precise”. Di certo c’è un trend crescente di mercato da assecondare. “Stiamo valutando l’idea di produrre tronchetti in pelle – continuano le due professioniste –. Non è nella nostra tradizione, ma è un articolo che potrebbe funzionare”. I visitatori di Lineapelle sono concreti, dunque, come ribadisce uno di loro: “Ho trovato Lineapelle, soprattutto per gli accessori, più grande degli altri anni: c’è un sacco di gente, l’impressione è positiva. Io sono un grossista e ho visto molto fermento”. La direttrice di un istituto olandese di ricerca e formazione, però, solleva anche un elemento di riflessione: “Per la prima volta, ho una classe di tecnici per la calzatura che si dicono non interessati a lavorare la pelle – riporta – : le concerie sono chiamate a uno sforzo d’innovazione e comunicazione ulteriore per rimanere in contatto con i professionisti più giovani”.