Misaf non teme il Coronavirus e conferma l’appuntamento di giugno

Misaf non teme il Coronavirus e conferma l’appuntamento di giugno

Pochi dubbi: Misaf non teme il Coronavirus e conferma l’appuntamento di giugno. Dal 10 al 12 giugno, presso gli East End Studio di Milano, si terrà la seconda edizione della fiera della calzatura made in China. “Le misure nazionali e internazionali consentono il regolare svolgimento della fiera”, afferma Yin Xiaomei, general manager di Plum Solution, società che organizza l’evento. “Non possiamo dirci certi di nulla, ma c’è da credere che a giugno avremo già superato la crisi – aggiunge Mario Boselli, presidente dell’Istituto Italo-Cinese –. Siamo qui per esprimere solidarietà a un grande Paese che affronta un momento di difficoltà”.

Misaf non teme Coronavirus

Il motto di Misaf rimane “scarpe per tutti”. La fiera rappresenta le due anime del calzaturiero cinese: il meglio della produzione su larga scala, ma anche le eccellenze. “Il parterre dei circa cento espositori – afferma Yin Xiaomei – è composto in parti uguali da produttori di sneaker, di calzature di volume e di prodotti dal valore aggiunto”. Per gli allestimenti, intanto, l’ente fieristico coinvolge l’Accademia di Belle Arti di Brera. Gli studenti dell’indirizzo specialistico di Scenografia per il Cinema e la TV della Scuola di Scenografia parteciperanno a un concorso di idee: i vincitori vedranno il proprio progetto messo in scena. Non solo: otterranno anche una borsa di studio.

 

 

Gli obiettivi

Misaf conferma, in attesa del consolidamento, il format dell’edizione unica annuale. I tre giorni di fiera sono un appuntamento utile per far incontrare produttori e buyer: in questo senso è strategica la collaborazione con la Federazione Moda Italia. Ma non è l’unica ambizione. “Vogliamo mantenere il mercato europeo di fascia media – commenta Wang Ying, segretario della Camera di Commercio Nazionale Cinese per l’Import e l’Export di Calzature –.  Desideriamo anche collaborare anche con designer e brand europei, promuovendo lo sviluppo comune. Un paio di scarpe può integrare risorse globali”.

Perché Milano

Le relazioni tra la Repubblica Popolare e l’Unione Europea sono forti: “Secondo i dati Eurostat, da gennaio a ottobre del 2019 il valore delle importazioni dei prodotti calzaturieri in UE ha raggiunto i 21,3 miliardi di dollari – continua Wang Ying –: i prodotti provengono principalmente da Cina, Vietnam, Indonesia e India”. Anche nella direzione opposta: “Secondo le statistiche doganali cinesi, da gennaio a novembre 2019 – prosegue – sono state importate calzature per 1 miliardo di dollari, di cui 776 milioni dall’Italia, per il 69% scarpe in pelle”. La scelta di Milano, grande hub della moda mondiale, non è casuale: “La nostra città – conclude Boselli – è uno dei migliori poli fieristici in tutta Europa”.

In foto, i relatori della conferenza stampa di presentazione di Misaf

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