Acquisti di scarpe e borse: quanto conta il prezzo? Una risposta arriverà dall’edizione 102 di Expo Riva Schuh & Gardabags. Organizzata da Riva del Garda Fierecongressi, la fiera è in programma da sabato 11 a martedì 14 gennaio. Ecco cosa ne pensano tre espositori.
Il 2025 delle fiere inizia a Riva del Garda
Il salone richiama oltre 1.000 espositori, tra aziende e brand, con 8.358 punti vendita rappresentati dai buyer invitati (70% titolari o head buyer) e la presenza di oltre 100 Paesi. Sono 50.000 i metri quadrati occupati e 3 gli hotel coinvolti. Saranno 28 i calzaturifici marchigiani presenti, 27 quelli lombardi, 25 pugliesi, 25 veneti e 24 toscani.
Aspettative non buone
“Le aspettative di fondo non sono buone. Ma, forse, visto il clima (quest’inverno è più freddo rispetto a quello scorso), la fiera potrebbe essere migliore nei confronti dell’edizione di un anno fa. Perché i negozi dovrebbero aver venduto di più” ci dice Lorenzo Bardelli del calzaturificio Calba di Gazzada (Varese). “Ormai ci sono solo le sneaker e c’è meno spazio per tutte le altre calzature. Altri fattori come la geopolitica e le guerre influiscono sicuramente, ma non in maniera determinante” afferma Bardelli. La crisi del mercato tedesco e dell’Europa centrale più in generale potrebbe penalizzare il bilancio della manifestazione. “Le scarpe italiane troppo care? Non credo. C’è un cambiamento delle spese. Per cui un paio di scarpe a 100 euro è caro. Ma se è una cena stellata, no. Oppure se è un trattamento di bellezza”. Non solo. “Se si trova di fronte un paio di sneaker limited edition il consumatore è disposto a spenderne il doppio o il triplo” conclude l’imprenditore lombardo.
Reale interesse
“Expo Riva Schuh rappresenta una delle poche rassegne di reale interesse per il nostro comparto” spiega Nicola Tupputi del Consorzio Fashion Export Made in Italy di Barletta. Tra i fattori di criticità del mercato, Tupputi inserisce la crisi russa, che ha ridimensionato il comportamento di compratori da Ucraina e Kazakistan. Così come la Germania “che ha diminuito sensibilmente gli ordini. I nostri mercati di riferimento rimangono quelli dell’Europa, anche dell’Est, e abbiamo notato un certo interesse anche tra i buyer provenienti dai Paesi Arabi”.
La stagione più complessa degli ultimi 35 anni
“Quella che stiamo vivendo è indubbiamente la stagione più complessa in 35 anni di attività” confessa Marcello Marcaccio del calzaturificio Comart di Porto Sant’Elpidio (Fermo). “Attendiamo i clienti che abbiamo invitato, con particolare attenzione a quelli provenienti dal Nord Europa, soprattutto Belgio, Olanda, Germania e Scandinavia. Ci auguriamo di stringere accordi anche con i buyer USA. Continuiamo a nutrire la speranza in una ripresa del mercato russo e, soprattutto, auspichiamo un ritorno alla pace”. (mv)
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