Pitti Uomo 93: lo stile premia la pelle perché permette di “promuovere un acquisto consapevole”

Non è stata un’edizione all’insegna della frivolezza, di “marchi meteora”, di vip che s’improvvisano designer. Pitti Immagine Uomo 93 ha dimostrato con decisione di puntare sul valore dei suoi contenuti stilistici e di prodotto. Complice un cliente sempre più consapevole e un fast fashion che ha annoiato chi davvero vuole (e può) spendere in prodotti moda di qualità, le proposte di piccoli e grandi brand presenti fino a ieri alla Fortezza da Basso di Firenze hanno puntato sull’estrema ricercatezza nei materiali utilizzati. Quindi: non potevano che celebrare la vera pelle, in molti casi quella conciata al vegetale per come esalta naturalezza e artigianalità. “Compri meno, ma compri meglio – dice Fabio Albarelli, cofondatore del brand svizzero Officine Federali (nella foto lo stand a Pitti), produttore in Italia di borse e zaini -. Noi promuoviamo un acquisto consapevole. Una borsa in vacchetta che, ad esempio, può durare tranquillamente dieci anni, dove la manualità si sente e si tocca”. La pelle è spesso abbinata a cotoni 100%, lino, canvas di ottima trama, ma anche pelliccia, perché rappresenta un elemento naturale, ciò di cui è alla ricerca il nuovo lusso. Tra i materiali proposti per borse, cinture e scarpe (nonché montature di occhiali e cappelli) spiccano pellami pregiati come coccodrillo, pitone, serpente. Infine lo shearling, che resta sulla cresta dell’onda, sia nelle versioni più tradizional,i sia in rivisitazioni invecchiate, laserate, tinte e slavate.

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×