Il mercato è in attesa di ripartire dopo le secche invernali. Lo dimostra il padiglione Leather di Prèmiere Vision (Parigi, 7-9 febbraio), oggi alle prese con il secondo giorno di fiera, dopo un primo condizionato (anche) dallo sciopero generale indetto in Francia. Già, se il salone di Paris -Nord Villepinte, che ha nei tessuti e negli accessori il fulcro espositivo, va visto dai fornitori di pelli come un test match delle intenzioni delle grandi griffe (in ulteriore attesa di Lineapelle, 21-23 febbraio a Fieramilano Rho), la sensazione che si ricava è proprio questa. L’attesa. Il momento di mercato pone sfide sul piano dei costi (di produzione) e dei consumi (finali), ma l’alta moda non vuole fermarsi.
Un mercato in attesa
Ne è certa Silvia Polli di Manifattura di Domodossola: “Abbiamo riscontrato nei visitatori una attenzione alla ricerca che non abbiamo visto nelle ultime edizioni. È un buon segno”. Ne sono ancora più convinti Luca Chilese e Federico Masiero di FL Leather: “L’inizio del 2023 non è semplice, ma sul medio termine c’è ragione di essere ottimisti: vedere buyer così decisi ci dà prospettive rosee”. Non è solo una questione di sensazioni. “Quando il mercato è debole, e purtroppo negli ultimi anni spesso lo è stato, i brand si concentrano sui prodotti basici, che danno maggiori garanzie di vendita – continuano –. Il fatto che i brand facciano ricerca stilistica vuol dire che credono in una fase espansiva del mercato, dove è possibile presentarsi con idee nuove. E noi, che abbiamo investito in tal senso, ci sentiamo ben posizionati”.
Proiezioni calzaturiere
In attesa, dunque, che si mitighino le questioni che rendono oggi complesso il mercato della pelle (inflazione e crisi energetica in primis), si ragiona nel medio termine. E le principali attese sono sui fermenti del mercato calzaturiero. “Da tempo si parla del ritorno a una certa eleganza della calzatura – commenta Marco Gabbrielli, responsabile commerciale di Conceria Sciarada –. All’ultimo Pitti, in effetti, lo abbiamo visto nelle collezioni del prossimo inverno. È un trend che può avere impatti interessanti sul piano produttivo. Perché se è vero che la sneaker ha in una certa misura favorito i tessuti tecnici rispetto alla pelle, il ritorno a forme classiche dovrebbe comportare anche la prevalenza della pelle”. Nella prospettiva conciaria le quote della rinnovata eleganza e della sportiva non sembrano destinate a cannibalizzarsi, oltretutto. “I brand cercano per le scarpe classiche una pelle più adeguata – conclude Lisa Benvenuti di Conceria Settebello –. Una pelle che non sottrae spazio alla pelle per sneaker, bensì si somma a questa”.
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