“Ho incontrato un cliente. Mi ha detto: Sviluppami 15 colori, per 10 pelli, in due giorni. In azienda abbiamo un dipartimento di chimici e macchinari per i test. Ce la possiamo fare. A seconda del risultato, cambierà il nostro rating presso il brand: se ci confermiamo un fornitore affidabile, continueremo a lavorare con loro”. È una testimonianza, una delle tante, raccolte a Fieramilano Rho nei tre giorni di Lineapelle96 (20-22 febbraio). Ce ne sono di novità che incubano nell’industria della moda. Ce ne sono di impulsi che arrivano velocemente a maturazione. A proposito di velocità, uno degli imput dal maggior impatto è, tra capsule collection, frammentazione delle stagioni e see now buy now, la contrazione dei tempi tra l’ideazione di una collezione e la sua consegna negli store. Il vecchio, caro lavoro programmato è un ricordo del passato. “Gli ordini delle griffe sono aumentati nel numero, ma sono pari nei volumi – ci spiegano gli espositori –: vuol dire che ci chiedono di produrre più articoli, ma minori superfici per singolo articolo”. Mentre i tempi di consegna del materiale finito si sono attestati intorno ai 25 giorni, ad essersi ridotto è il tempo dedicato allo sviluppo: “Per rimanere sul mercato bisogna giocare di anticipo sulle griffe – è la lezione che riecheggia da Lineapelle96 –: indovinare in che direzione andranno i mood, trovare soluzioni tecniche che possono essere di interesse per i brand”. Lo sforzo richiesto alla filiera della pelle non è solo di stile e ricerca, ma anche operativo. Stock, liquidità finanziaria, macchinari e software: il termine tempestività ha più declinazioni, le strutture aziendali devono rivelarsi in grado di rispondere alla sollecitazione da più punti di vista. Ma di questo parleremo più diffusamente sul numero 3 de La Conceria.
Foto: Agatha Eliseeva / Polimoda.