Lusso, design, classicità. Sono le parole chiave del Salone del Mobile 2019, la manifestazione che dal 9 al 14 aprile trasforma Fieramilano Rho nell’epicentro mondiale del mobile e dell’imbottito. Arrivato alla 58esima edizione, il Salone ospita 2.350 espositori e attende oltre 370.000 presenze, stando alla media degli ultimi anni. “Il comparto genera un giro d’affari di 36 miliardi di euro annui, con tasso di crescita del +4-5% – commenta Claudia D’Arpizio, partner di Bain & Co, con Affari & Finanza –: non si tratta di una crescita incredibile, ma sicuramente è segnale di un settore in buona salute”. Ad andare meglio di tutti, secondo le rilevazioni della società di consulenza, sono le imprese del segmento alto: “Il ciclo è positivo, soprattutto in Asia e nei mercati emergenti – continua D’Arpizio –. C’è un potenziale di crescita legato alla brandizzazione. Le aziende della moda e del lusso hanno ampliato la loro offerta con il living”.
Dolori italiani
La filiera italiana del design, però, ha bisogno di essere sostenuta per tenere il passo: “Serve un piano di elettrochoc per questo Paese. È necessario che il governo faccia riforme immediate per far partire le grandi opere, il bonus mobili non basta”, afferma Emanuele Orsini, presidente di FederlegnoArredo, al Corriere della Sera. Il pensiero è rivolto ai due vicepremier, nei prossimi giorni presenti in fiera, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. “Il Salone è un volano per la crescita di cui il Paese ha tanto bisogno – conclude Orsini –. I due vicepremier mettano al centro l’economia, si fidino delle imprese. Consiglio di avere un approccio più aperto anche con gli investimenti esteri, non appiattiamoci troppo sulla Cina”.
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