Il mercato è (molto) segmentato. Il momento congiunturale è difficile come (forse) non mai. In questo contesto ieri si è aperto TheOneMilano, salone del prêt-à-porter di alta gamma che ha al centro pellicceria e abbigliamento in pelle. Una fiera che sta dimostrando come, a tutti i livelli della filiera, l’orizzonte sia segmentato e divisivo. E talmente polarizzato da risultare ricavare un indirizzo univoco dal giudizio degli espositori. Ognuno ha la sua specificità e la sua storia. E si interfaccia con buyer diversi.
Il polso della pellicceria
Così da Paoletti, nome storico del commercio di pelli per pellicceria, gli umori sono abbastanza bassi. “Tutti i mercati di riferimento risultano in contrazione, con indicazioni delle griffe che non tengono nella giusta considerazione la pelle”. Mentre da Alessio Mognini (che si interfaccia molto bene con il mercato statunitense) le soddisfazioni non mancano. Per il titolare dell’azienda la parola d’ordine è “adattamento”. Quello che lo ha spinto a delocalizzare in Grecia vent’anni fa mantenendo un solido know how italiano. “Perché la pellicceria è un mondo a sé, dove la crisi si manifesta in maniera diversa e dove il made in Italy ha ancora un valore serio”.
I russi ci sono
Innegabile, quanto prevedibile, l’assenza in fiera dei partner asiatici. Ma i russi, la conferma arriva da più parti, ci sono. Anche per la felicità dei non pochi espositori greci. Il marchio Finezza (solidamente ancorato al distretto ellenico di Kastoria) è a TheOne per la seconda volta con zibellini e visoni di taglio classico per agganciare – oltre a quello che ruota attorno alla Russia – anche il mercato europeo. (ac)
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