Bruno Pavlovsky, presidente delle attività moda di Chanel, non ne vuole parlare nei termini di un’acquisizione. Non si tratta di un caso di “shopping”, premette. Ma ammette che il gruppo vuole “consolidare la relazione” con uno dei suoi “partner più storici in Italia”. Insomma, sta per cambiare qualcosa nei rapporti tra il gigante francese della moda e Leo France, azienda fiorentina che produce bigiotteria e accessori per abbigliamento, borse e articoli di pelletteria.
Il valore dell’Italia
“Chanel è per metà italiana. Realizziamo qui buona parte della produzione e qui abbiamo uno dei nostri due grandi magazzini di stoccaggio, vicino a Milano”. Chi legge La Conceria o segue gli affari della moda, sa quanto per l’alta moda francese la manifattura italiana sia importante. Non solo per Chanel, ma anche per LVMH e Kering, per fare qualche nome. Le parole di Pavlovsky a MFF, allora, non sorprendono. Offrono, però, una prospettiva nuova nei termini delle strategie del lusso nel mercato post-pandemico: avere radici produttive al di qua e al di là delle Alpi consente di “dividere il rischio tra Italia e Francia. Così quando la Francia è in lockdown speriamo di poter lavorare in Italia e viceversa”. Non solo: “Serve per essere al fianco della nostra supply chain”, continua. Nel senso di offrire un aiuto nei momenti di difficoltà: “Fa parte del nostro lavoro. Se c’è qualcosa che non va, noi ci siamo sempre. Mi piace ricordare che, quando è scoppiato il Covid, ci siamo comportati allo stesso modo sia con i nostri lavoratori in Francia sia con quelli in Italia. E penso che questo sia l’atteggiamento che debba avere un partner dalle spalle solide. Ovvero supportare le persone con cui si lavora, essere sicuri che in futuro possano continuare a svolgere la loro attività”.
A proposito di “consolidare la relazione”
Ecco, a proposito dei legami con la manifattura italiana, dove ha nove aziende e “altri accordi produttivi”, l’intervistatore chiede a Pavlovsky numi sui rumors che vedono Leo France pronta a entrare nell’orbita di Chanel. “È uno dei nostri partner più storici in Italia – risponde il manager –. Non vogliamo parlare di shopping nei suoi confronti, vogliamo solo continuare a consolidare questa relazione in futuro”. L’interesse va nella direzione del nuovo profilo che il Belpaese assume nelle dinamiche produttive di Chanel. Perché il presidente dell’attività Moda dice di considerare l’Italia per la “maggiore esperienza nella maglieria” rispetto alla Francia. Ma di star osservando ora che “nel vostro Paese sta crescendo molto la produzione di calzature e di piccola pelletteria”.
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