D&G cresce ma è a un bivio strategico. La maison italiana è determinata a mantenere la propria indipendenza, ma per farlo ha deciso di ampliare i propri orizzonti. Dal rafforzamento del settore beauty a un debutto nell’immobiliare e nell’hotellerie, il brand non intende cedere alle pressioni del mercato finanziario. Con un obiettivo: portare i ricavi del beauty dai 610 milioni attuali a 1 miliardo entro il 2027 e superare così i 2 miliardi di fatturato generale. Una sfida ardua che quindi non passa direttamente da moda e accessori. E una presa di posizione: da Dolce & Gabbana non sono interessati ad aprire il capitale a terzi.
D&G cresce guardando al beauty
Il comparto beauty, dicevamo, è quello su cui Dolce & Gabbana sta lavorando di più per crescere. Come sottolinea Il Giornale, una delle prime mosse è stata quella di passare da un modello di licenza a una gestione diretta di produzione e distribuzione. Il marchio ha quindi optato per una gestione inter nos, trasformando il settore in un asset strategico. E i risultati sembrano incoraggianti: entro marzo 2025, il beauty potrebbe superare i 610 milioni di euro di fatturato (+20% annuo), con la prospettiva di raggiungere 1 miliardo entro il 2027. Questo slancio contribuirebbe, tra l’altro, a portare il fatturato complessivo oltre i 2 miliardi. Nonostante l’attuale fatturato di circa 1,9 miliardi di euro registrato lo scorso anno, però, la redditività rimane bassa. Con gli utili che sono ancora una piccola parte rispetto a quelli delle altre aziende “rivali” italiane.
Real estate e hôtellerie
Non solo bellezza. Per aprire alla diversificazione, il marchio ha iniziato a puntare anche su real estate e hôtellerie, con progetti immobiliari e alberghieri in location esclusive come Miami e Dubai, oltre a hotel di lusso nelle Maldive e in Arabia Saudita. Per finanziare queste ambiziose iniziative, il gruppo ha avviato trattative con le banche per chiedere nuovi prestiti fino a 150 milioni di euro. Tuttavia, è giusto notare come le attenzioni e le risorse di Dolce & Gabbana siano state dirottate (almeno in questo momento) su altri settori e non direttamente sul prodotto moda. Settori che però vanno ancora consolidati. Soprattutto se il marchio vuole mantenere la sua indipendenza. “Ascoltiamo tutti, banche d’investimento, family office, società di private equità. Ma la nostra risposta è sempre la stessa: al momento non siamo interessati ad aprire il nostro capitale” ha sottolineato a Bloomberg Alfonso Dolce, CEO del marchio.
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